mercoledì 13 aprile 2011

Ciclo Pietro Fossati 1934-35

Pietro, detto "Pietrino", Fossati nasce a Novi Ligure in via Borgo delle Lavandaie (la stessa di Girardengo) il 29 giugno del 1905.

Come tanti compaesani dell'epoca anche Pietro si innamora della bicicletta, nostante i tentativi di dissuaderlo da parte dei famigliari, nel 1926 vince il Campionato Italiano dilettanti, subito dopo verrà ingaggiato dalla Wolsit, si dimostra gregario modello, ma anche grande combattente, infatti nel 1927 vincerà la Coppa del Re e la XX Settembre (Roma-Napoli-Roma). Nel 1928 passa alla Maino-Dunlop, è subito terzo posto nella durissima Milano-Modena, 182Km a cronometro, alle spalle di Binda e del capitano Girardengo. Diventa Campione Italiano Professionisti Juniores, primo posto nella classica Coppa Placci. Il 1929 lo vede vittorioso nel Giro della Lombardia, dominando lo sprint e lascindosi alle spalle nomi pesanti come Guerra e Di Paco. Troppo presto le cronache lo hanno eletto erede naturale di Girardengo, purtroppo la sua carriera si limitò a sporadiche vittorie e tanti, troppi piazzamenti. Nel 1933 lasciò la Maino per correre gli ultimi scampoli di carriera con la sua squadra individuale.

Nel 1935 si ritirò dalla vita di sportivò e trovo lavoro all'Ilva, morì a Novi Ligure nel 1945 durante i bombardamenti alleati.

Il preambolo era necessario per descrivere le gesta di questo campione del ciclismo eroico, soprattutto in questo giorno che vado a presentare per la prima volta la bici che fu appunto di Pietro Fossati.

La bici da corsa degli ultimi anni di carriera individuale, una bici realizzata su misura e secondo i gusti dello stesso Pietrino.

La bici è realizzata senza dubbio da un mastro telaista alessandrino, con grande esperienza nel campo del ciclismo professinistico, lo dimostrano le leggerissime tubazioni Libellula impiegate per realizzare questo telaio. Particolare il tubo piantone con diametro di 27,5.... quasi un diametro da bici anni 70!

La componentistica è di prima fascia, molto costosa all'epoca e con notevole impiego di leghe leggere: movimenti e cuscinetti sono della BS (Bollea Saluzzo), la guarnitura è SIAMT, i pedali Sheffield, i freni in alluminio sono Universal Extra, i mozzi in ferro sono marca Perry su cerchi in alluminio Ambrosio e montati con raggi sfinati. Anche il manubrio è realizzato in duralluminio così come lo sono il tubo reggisella ed il parafanghino! Infine la sella è una Milano.

Una bici pazzesca... completa di tubolari la bici pesa circa 8,6Kg !!!

Molto interessante è l'analisi delle decalcomanie le quali riportano un simbolo che racchiude la foto di Pietro Fossati ed intorno la scritta CICLO PIETRO FOSSATI - MARCA DEPOSITATA, sul tubo obliquo del telaio è riportata la decal con la scritta FOSSATI.

Intervistando anziani del posto, tanti anche amici o parenti dello stesso Fossati è emerso che anche Giacobbe (grande campione ovadese e amico di Fossati) nel periodo da indipendente si fece realizzare un bici del tutto simile a questa appartenuta a Fossati, ovviamente ad eccezione delle decal che in quel caso riportavano la sua effige ed il suo nome.




1 commento:

arrigo ha detto...

che bel pezzo di storia ,di questo capolavoro, bici unica ... peccato per la morte prematura del ciclista.
comunque grande testimonianza di un tempo , giunta fino a noi .
grazie .