E' scomparso sabato scorso (2 aprile 2011) all'età di 73 anni Romeo Venturelli uno dei più grandi talenti inespressi degli anni 50/60.
Ottimo scalatore ed imbattibile passista esordì dilettante con la U.S. Pavullese nel 1954, ma solo nel 1960 passò al professionismo tra le fila della San Pellegrino, la squadra il cui capitano doveva essere Fausto Coppi se non fosse per la malaria che se lo portò via nel gennaio dello stesso anno. Fu proprio Fausto che volle Venturelli nella sua squdra impressionato dalle potenzialità da passista purosangue, lo indottrinò alle sue severe regole di sportivo ed era convinto che se le avesse seguite alla lettera sarebbe diventato imprendibile anche sulle salite lunghe completando così le già ampie doti fisiche del giovane Romeo.
Venturelli concluse la carriera nel 1971 con solo sei vittorie nel palmares. I direttori sportivi che seguirono Venturelli sostenevano che era dotato di una fluidità di pedalata che aveva dell'incredibile, ma per ottenere una continuità di successi era d'obbligo attenersi ad una rigida vita da sportivo, le famose regole dettate da Coppi che purtroppo non furono mai prese seriamente. Venturelli ha militato fra le fila della San Pellegrino, Molteni, Ignis, Bianchi-Mobylette e Zonca, fra le sue celebri vittorie ricordiamo il Trofeo Baracchi del 1960 in coppia con Ronchini, dello stesso anno c'è la conquista della prima tappa del Giro d'Italia, mentre nel 1965 concluderà al primo posto il Giro del Piemonte.
Ricordando questo straordinario protagonista del ciclismo eroico segnaliamo l'articolo del 7 giugno 2010 in cui si descriveva una Bianchi del 1964 appartenuta al mitico Meo: CLICCA QUI PER VEDERE L' ARTICOLO
Nessun commento:
Posta un commento