Visualizzazione post con etichetta Olympia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Olympia. Mostra tutti i post

mercoledì 26 giugno 2013

Lygie freni a tenaglia

Sì, lo so... è un pò un rottame... ma volevo comunque mostrarvi le foto inviatemi da Giorgio di questa particolarissima bicicletta Lygie, o di ciò che ne rimane di lei.
Una bici databile approssimativamente fra l'immediato dopoguerra  e i primi anni 50, ridotta in pessimo stato di conservazione e mancante delle ruote, ma sotto a quel suo aspetto decadente porta ancora i tratti di una bici di pregio!
Le congiunzioni sono finemente lavorate nel classico stile Lygie, con la particolare testa di forcella che in questo caso ricorda molto lo stile delle Bianchi da corsa.... ma il pezzo forte è la freneria, interna all'anteriore, dotata di particolarissimi freni a tenaglia, simili a quanto siamo comunemente abituati a vedere sulle Gloria Garibaldina o su certe Olympia. In pratica il sistema a bacchetta lavora sui cavallotti in maniera consueta, ma questi ultimi agisconso su porta pattini collegati ad un fulcro solidale agli steli della forcella, con questo sistema il pattino freno agisce sulla spalla dei cerchioni, come accade normalmente sulle bici sportive, è dunque probabile pensare che questa bici fosse dotata di cerchi in legno.
La connotazione sportiva di questa bici a bacchetta è riscontrabile anche dalla presenza del foro sul tubo obliquo per poter passare al suo interno la guaina di un cambio velocità, dunque la predisposizione per un cambio rende plausibile l'idea che il carter a pistola presente su questa bici sia originale. 





mercoledì 22 maggio 2013

Olympia pista 1948 (?)

Michael da New York ci manda le foto della sua incredibile Olympia da pista verosimilmente databile sul finire degli anni 40.
Un eccezionale conservazione che permette di ammirare al meglio le linee e le finiture di questo telaio... che essendo di casa Olympia non lesina di certo in fatto di decorazioni e dettagli di pregio, tipiche del marchio sono infatti le congiunzioni lavorate in uno stile quasi Liberty, ma in questo esemplare si è andato oltre: essendo una bicicletta da pista si è ridotto ulteriormente il peso lavorando massicciamente sulle congiunzioni, limando e svuotando il possibile. Degno di nota è il particolare svuoto nella congiunzione sella, lo si nota bene nella foto vista da dietro, in cui si vede nitidamente il tubo sella comparire oltre al "buco" ricavato sul retro della congiunzione. Questa bici è davvero una festa per gli occhi dell'appassionato, non c'è dettaglio che non lascia indifferenti!  














martedì 31 agosto 2010

Olympia mod. Extra

Il 200° post di questo sito è necessario omaggiarlo degnamente... mostrando una delle più belle bici italiane mai prodotte !
Per questa volta non parliamo di Bianchi Impero, Taurus mod.25 o Gloria Garibaldina... oggi voglio mostrarvi questa Olympia modello Extra dei primissimi anni 40.
Un bici talmente particolare e talmente ricca di dettagli inediti e di lusso che farò fatica a citarli tutti.
Innanzitutto premettiamo che la sbalorditiva conservazione ci fornisce un grande aiuto nel individuare tutti gli aspetti peculiari di questa bici.. una bici questa che non ha un solo componente che non sia lavorato, intarsiato, modificato fino a renderlo un pezzo del tutto inedito nel panorama ciclistico italiano.
Già il colore, amaranto, lascia intuire che questa bici fà parte dell'Olimpio (opss...Olympia) delle biciclette... si discosta infatti dal classico nero e si fregia di innumerevoli decal commemorative oltre a svariate parti cromate.
Il telaio è del tipo sportivo, con delle congiunzioni cromate "a fiamma" che si diramano dal tubo di sterzo lungo i due tubi principali del telaio, delle congiunzioni in stile misto fra il barocco e l'art nouveau, probabilmente le più belle decorazioni in rilievo mai viste su una bici italiana di questo periodo. Anche la testa della forcella presenta delle caratteristiche simili, infatti oltre ai due svasi laterali troviamo nella parte superiore il nome del marchio inciso all'intero di una cornice ovale.
Anche i cuscinetti dello sterzo sono decorati, al fine di renderli unici, quelli superiori riportano inciso sulla circonferenza il nome del marchio, Olympia, mentre i due cuscinetti inferiori hanno un finissimo svaso lungo la circonferenza al cui interno è stata ricavata una trama zigrinata utile per rimuoverli dal tubo di sterzo.
Il carter è del tipo con apertura posteriore sportiva (in stile Taurus), ed è finemente decorato: lungo tutta la costa si diramano varie linee in rilievo e cromate, sulla parte laterale vi trovano spazio due cornici anche'esse in rilievo e cromate al cui interno trova spazio il nome del marchio. Il disco del carter presenta la solita trama in rilievo stile neo-barocco tipica della produzione Olympia, in questo caso però l'attenzione al dettaglio e all'armonia del disegno tocca l'apice, anch'essa in rilievo e cromata. I pedali sono in lega leggera e sono montati su pedivelle alleggerite.
I cerchi sono in legno, ancora si scorge la lussuosa filettatura che li decorava nella stessa tinta del telaio. Il mozzo posteriore è del tipo con "giroruota", ovvero è dotato di pignone su entrambi i lati (su un lato c'è la ruota libera e dall'altro il pignone fisso), in questo caso non vi è nessuna vocazione sportiva, ma sono un vezzo fine alla comodità e al comfort, infatti il giroruota in questa bici di gran lusso serviva nei momenti di necessità, nel caso si fosse rotta la ruota libera il conducente poteva facilmente girare la ruota e tornare a casa con il pignone fisso... la riparazione poteva aspettare!
Per poter sfruttare in pieno le potenzialità del giroruota i forcellini posteriori sono del tipo sportivo, ma dotati di un'escursione più lunga atta a mantenere la tensione della catena.
Nella foto qua in basso si nota la magnifica lavorazione della leva del freno, lavorata ed intarsiata fino ad inglobare la manopola in bachelite amaranto. Il sistema frenante è un'altro capolavoro, si basa sul concetto della "tenaglia" resa celebre sulle Gloria: la trasmissione è a bacchette classiche, le quali agiscono su cavallotti snodati e infulcrati sugli steli della forcella e sui tubi obliqui del carro superiore, grazie a questi fulcri i cavallotti snodati consentono al pattino di agire sul bordo dei cerchi e non sulla superfice come nel classico sistema a bacchetta... una soluzione questa presa direttamente dalle corse e che garantisce una potenza e un'affidabilità superiore.
Sicuramente sono molte altre le peculiarità di questa bicicletta magnifica, lascio ai vostri occhi il piacevole compito di scoprirne di nuove.... un insieme di finezze per un vero capolavoro di eleganza e ricerca del dettaglio, tipica solo della produzione italiana !
Altre foto sono visibili QUI

lunedì 22 febbraio 2010

Olympia anni 60

Questa storia ce la racconta Antonio, è una storia di biciclette, ma anche di vita vissuta... uno spaccato di realtà sociale dei tempi passati.
Lasciamo la parola ad Antonio, il solo che può raccontare al meglio la storia della sua Olympia:

"Questa è la bicicletta di mio papà. La comprò nuova nei primi anni 60 a San severo in provincia di Foggia, in un concessionario Olmo dell'epoca. Mi ricordo come fosse ieri l'attesa snervante per quella bici che arrivò solo dopo 6 mesi dall'ordine, perchè veniva costruita a Pianosa (era l'isola dei carcerati ergastolani) dagli stessi detenuti. 
E infatti si nota una lavorazione artigianale. come ti ho anticipato sono un saldatore specializzato e ho verificato personalmente dove ci sono ancora le "bave" non limate di ferro e dove è passata la lima a mano. 
Mi diceva spesso mio Papà che gli costò tre volte e mezza di più di una normale Bianchi dell'epoca, questo perchè lui la voleva speciale ed accessoriata, un pò come facciamo al giorno d'oggi quando acquistiamo un'auto e la vogliamo quasi su misura a furia di optional e accessori. 
Questo fu motivo di un'accesa discussione in casa, sopratutto con mia mamma, che gli rimproverava la spesa esagerata. La comprò a cambiali e con l'aggiunta degli interessi, portò via il 20% dello stipendio di un anno di lavoro alla famiglia.
Gente con la testa dura questi montanari !
Ricordo, ed ero un bambinetto di 4 anni appena, che mio papà mi portava sulla canna della sua bicicletta, orgoglioso di farsela ammirare dai suoi amici, mi portava spesso alla chiesa dove dava messa Padre Pio... bei ricordi e quante caramelle ci guadagnavo! Perchè il Frate usava il metodo migliore per chi come me, piccolo ed irrequieto, non stava fermo e zitto ad ascoltar messa."
Ora, possiamo soffermarci all'infinito ad ammirare questa Olympia vestita d'argento, ma credo che la cosa più importante di questo articolo sia comprendere come fosse determinante per una famiglia sopportare la spesa per una bicicletta, soprattutto quando questa era di lusso...
Molte volte ci passano per le mani biciclette, più o meno belle, subito pensiamo a quanta strada ha percorso, quali luoghi ha solcato, qnato sudore ha cacciato il proprietario su per centinaia di salite, ma poche volte pensiamo a quanti sacrifici si sono fatti per comprare quei quattro tubi sulle ruote! Quante cambiali, quante litigate, quante notti in bianco hanno fatto i nostri nonni nel pensare di dover cambiare la bicicletta... questa è la storia, una storia che ha toccato tutti noi, nessuno escluso...

giovedì 28 gennaio 2010

Olympia 1948

L'amico Paolo, ci presenta la sua bici... una Olympia Borghi da corsa del 1948.
D'obbligo soffermarsi sulla raffinatezza costruttiva di questa bicicletta, raffinatezza tipica di tutte le Olympia... sempre ricercatissime nelle finiture. Inoltre il notevole stato di conservazione gioca a favore di questo velocipede, esaltandone il fascino.
E' possibile infatti notare ancora tutte le varie decalcomanie, compreso l'adesivo del rivenditore di zona. Questa è storia.
Le congiunzioni , ancora ben cromate, sono fantasiosamente lavorate come tradizione della casa e si può notare la scritta "Olympia" incisa in cima alla testa della forcella.
 Dispone del famoso Cambio Corsa Campagnolo a due leve, abbianato ad pacco pignoni a 4 velocità. I cerchi in duralluminio si abbiano, per medesimo materiale, alla coppia di freni Universal brev.361666 e al magnifico manubrio Ambrosio.



martedì 19 gennaio 2010

Cicli Barbieri - Falso D'autore

L'amico Giulio, modenese, come la bici che ci presenta, una Cicli Barbieri - S. Agata degli anni 30...
Un' assemblato locale, questi ritrovati spesso dimostrano la notevole bravura e precisione dei piccoli artigiani di paese, finezze e caratteristiche che spesso fanno arrossire le note e blasonate marche italiane.
Questa bici da donna, in buone condizioni di forma, presenta in effetti caratteristiche molto importanti, sia estetiche che tecniche: partiamo con la foto quà in basso, si nota una ricerca di stile sulla pipa di sterzo, molto simile a quelle della celebre Frera, la pipa in ferro risulta cuarata e filante.
 La corona, ricorda molto le fattezze della celebre Stucchi, in questo caso però le famose "S" sono solo appena abbozzate. Sul piano tecnico, oltre al secondo tubetto di rinforzo che collega i due tubi primari del telaio, possiamo soffermaci sulla freneria, i bilanceri infatti sono del tipo a fascetta, ma con le guide saldate, non tanto dissimile da quello utilizzato dalla Bianchi negli anni 20. Inoltre è bene notare come i bilanceri stessi, non siano banali forchette rigide, ma sono snodati sul fulcro centrale, utile per meglio adattare il pattino sul cerchio durante la frenata e renderla più potente e sicura, una soluzione, anche questa simile a quanto già si è visto su marchi come Gloria, Wolsit e Olympia. Diciamo che questa bici è un mix di varie marche... un vero falso d'autore!