giovedì 28 febbraio 2013

Bianchi Lido 1947

Renato come al solito ci delizia con i suoi super conservati! Oggi tocca alla sua Lido del 1947, il cui restauro si è appena concluso con la ricerca e il montaggio di una sella Aquila Superflex-Sport e un paio di gomme Pirelli Stella bianco-para!
Il risultato è una bici da catalogo perfetta e completa di tutti gli elementi tipici di questa sportiva di lusso di casa Bianchi.










mercoledì 27 febbraio 2013

Catalogo Greco & Figli fine '800

Da Roberto arriva una stupenda testimonianza, un catalogo della Greco&Figli di Milano, una delle prime ditte italiane che dalla seconda metà dell'800 iniziarono la produzione autonoma di bicicli e bicicletti !
E' un documento molto raro ed interessante che mette in luce gli albori della nostra industria velocipedistica.
Il catalogo nonostante l'età è in ottime condizioni e contiene una vastissima gamma di velocipedi.




martedì 26 febbraio 2013

Guerciotti primi anni 60

In risposta al post di ieri riferito alla mia Bianchi Fulmine mi giungono le foto di questa bicicletta di proprietà di Fabio.
In pratica si tratta di un telaio di una Bianchi Freccia/Fulmine con livrea Guerciotti. Stando a quanto dicono alla Guerciotti, pare che nei primissimi anni 60, quando Italo e Paolo aveno da pochi anni appena aperto bottega a Milano in via Petrella, utilizzassero telai Bianchi Freccia come base per le loro biciclette.
Francamente la cosa mi suona un pò strana, in quanto non vi sono altri casi documentati in cui la Bianchi abbia fornito telai a terzi, credo che più semplicemente si tratti di una classica rimessa a nuovo con conseguente aggiornamento di una vecchia bicicletta da corsa... una pratica assai diffusa nelle officine del tempo e la Guerciotti, al tempo, era proprio una piccola bottega.
La bici è assemblata con componentistica mista, proveniente da varie epoche, sintomo che negli anni ha sicuramente subito ulteriori maneggiamenti.
Questo bicicletta, all'apparenza di scarso interesse collezionistico, porta in dote una bella testimonianza delle origini "popolari" dei grandi Guerciotti, che nel corso del tempo hanno scritto una pagina importante del ciclismo italiano... già a partire dai primi anni 70 si imposero a livello nazionale con la fama di grandi telaisti e in breve tempo il nome circolava a livello internazionale, tanto che il marchio è attivo tutt'oggi e gode di ottima fama.
Qualunque sia la realtà, che questa sia una rimessa a nuovo di una vecchia Bianchi o effettivamente si tratta di una Guerciotti poco importa, rimane il fatto che la bella conservazione della livrea Guerciotti con tanto di decalcomanie mette in luce le origini e i modi di operare popolari dello storico marchio milanese.
Sottolineo questo passaggio perchè è intenzione del proprietario riportare la bici ad essere una Bianchi Freccia, in via privata ho già sconsigliato per vari motivi, soprattutto economici, di procedere con una operazione del genere, perdere la testimonianza che questa bicicletta ci ha tramandato fino ai nostri giorni sarebbe un vero peccato. Quando si è di fronte a bei conservati, bisogna sempre pensarci dieci volte prima di cancellare la Storia, qualunque essa sia, perchè come dico sempre a chi si avventura in un restauro totale: quando hai sverniciato e sabbiato, non si può tornare indietro, e quasi sempre ci si pente!

lunedì 25 febbraio 2013

Bianchi Fulmine 1954

Non ho mai avuto molta considerazione dei modelli mezza corsa Fulmine e Freccia, ma a restauro ultimato ho dovuto ammettere che questa bicicletta fà la sua porca figura... e anche in fatto di leggerezza è una bici che sà sorprendere!
Il fascino di una Bianchi, che sia da corsa o da mezza corsa, è sempre impareggiabile.
Galvanizzato dalla inaspettata bellezza di questa bicicletta ho voluto finirla come da catalogo, infatti molti collezionisti quando restaurano i modelli Fulmine e Freccia preferiscono potenziarle per renderle più corsaiole, ad esempio sostituendo il Campagnolo Sport con un Gran Sport o il manubrio in acciaio con un più leggero Ambrosio in alluminio. 
Io, un pò in controtendenza, ho preferito rispettare le caratteristiche originali riportate a catalogo anche se sono poco prestazionali non me la sono sentita di snaturare questo modello... se ogni bici deve raccontare la propria storia, questa Bianchi deve raccontare la sua!
Del resto questo modello affonda le radici nei vecchi modelli da corsa, infatti alcuni tratti di questa bici provengono direttamente dalla vecchia Folgore, che era una bici da corsa a tutti gli effetti, il telaio e la guarnitura infatti sono i medesimi impiegati sulla Folgore di alcuni anni prima... ovviamente il telaio ha subito alcuni aggiornamenti per essere compatibile con le componenti degli anni 50, come ad esempio i forcellini Campagnolo adatti ad ospitare il cambio Sport o il Gran Sport.
I mozzi in acciaio a sgancio rapido con marchio Bianchi in corsivo sono un altra caratteristica tipica dei modelli mezzacorsa Bianchi, che a catalogo erano due: la Freccia e la Fulmine, quest'ultima si differenziava dalla prima per l'uso di cerchi per tubolare al posto dei cerchi per copertoncino.
Per cui per dover di cronaca possiamo sottilineare che la gerarchia delle corsaiole di casa Bianchi in quel periodo era così composta: Campione del Mondo, Fulmine e infine Freccia. 
La bici l'ho completata come da catalogo con freni Universal senza sgancio rapido abbinati a leve freno mod.51, sella in cuoio marca Invicta, manubrio e pipa in acciaio e pedali a centro intero.








Il Mito Bianchi

Lo scorso sabato in concomitanza con l'assemblea pre-stagione del Giro d'Italia d'epoca, si è tenuto l'evento "Il Mito Bianchi" organizzato dall'UVP, con la partecipazione dello storico Carlo Delfino e dei collezionisti Paolo Amadori e Paolo Tullini.
Un evento incentrato sulla storia del Reparto corse Bianchi, sulla scia dell'importante ritrovamento da parte di Amadori della valigetta del mitico meccanico Pinella De grandi.
Ero anch'io presente sul posto, peccato che le abbondanti nevicate che imperversavano su tutto il nord Italia mi hanno costretto a ripartire prima che l'evento iniziasse, mi sono limitato unicamente a visionare le stupende biciclette Bianchi, molte delle quali appartenute a campioni, presenti sul palco... lascio dunque la parola a Carlo Delfino, anima storica dell'evento, che ce lo racconta con la sua penna sempre entusiasta:

Grande giornata di ciclismo a Monticelli Terme.  Il Mito Bianchi e Fausto Coppi sono stati gli indiscussi protagonisti della kermesse storico-tecnico-culturale  organizzata dagli amici dell’Unione Velocipedistica Parmense (UVP).
Una decina di meravigliose biciclette Bianchi erano esposte sul palco del Teatro Polivalente; meravigliose creature uscite dalle mani esperte dei telaisti Bianchi nel periodo compreso tra il 1930 e il 1968. Alcune di queste erano state “cavalcate” da Fausto Coppi in persona. Come facciamo ad esserne sicuri? Perché i romagnoli Amadori e Tullini con le loro ricerche hanno ritrovato i registri della squadra corse Bianchi, registri compilati diligentemente dal mitico Pinella e conservati gelosamente dalla  nipote Caterina.
Sotto una fitta nevicata, 150 appassionati hanno raggiunto la deliziosa località termale parmense per portare un loro contributo all’approfondimento del Mito Bianchi. Infatti non si trattava di comuni partecipanti ma di autentici esperti  in materia,  direi quanto di più ci possa essere in fatto di super competenza.   
Ma andiamo con ordine. Dopo l’intervento istituzionale del Presidente Paolo Borelli e delle autorità politiche locali, Carlo delfino ha fatto una breve presentazione dei due esperti che hanno illustrato con racconti e diapositive il contenuto di questa famosa “valigia di Pinella” di cui si favoleggiava e che adesso si è finalmente materializzata. E abbiamo visto pagine dei registri corse Bianchi che facevano venire i brividi… abbiamo avuto modo di visionare fotografie e lettere esplicative dei rapporti di Pinella con Freschi, con Drali e con Faliero Masi, abbiamo capito cosa contenevano i quadernetti con  annotate le corse a cui Pinella ha preparato prima le Frejus e poi le Bianchi, i rapporti che venivano montati, le pedivelle, il tipo di ruote e la componentistica…..le sensazioni dei corridori all’arrivo… Un vero orgasmo ciclistico. E mai, come si è soliti dire, questa volta gli assenti hanno avuto torto.
Tullini ci ha anche raccontato per  sommi capi la storia della Bianchi e la “work in progress” della realizzazione del volume sulle biciclette di Fausto, volume edito da Ediciclo (una sicurezza nell’ambito delle pubblicazioni specialistiche), cha sarà pronto per la prossima edizione dell’Eroica . Purtroppo la nevicata quasi eccezionale che si stava scatenando sulla pianura Padana ha consigliato “la ritirata” a chi doveva tornare a casa, magari anche a più di 200 chilometri di distanza.  Però quando si dice che la meta merita il viaggio…  



venerdì 22 febbraio 2013

Varazze-Sanremo 16-17 marzo - ULTIMI POSTI!

Ne avevamo parlato in un precedente articolo... il prossimo 16-17 marzo in occasione della Milano-Sanremo si terrà una ciclostorica su due giorni dedicata a bici antecedenti agli anni 30.
La partenza è prevista da Varazze il 16 con arrivo ad Alassio nel pomeriggio, il giorno successivo la carovana ripartirà alla volta di Sanremo, dove i cicloeroici passeranno proprio sotto all'arrivo poco prima della "vera" Classicissima!

Un evento da non perdere e riservato a solo 40 partecipanti, l'organizzazione capeggiata da Cristian Cappelletto, ci ricorda che sono ancora disponibili 6 POSTI !!!

Per info contattare Cristian Cappelletto:  347-1185190  

Per consultare il programma della Varazze-Sanremo CLICCA QUI

martedì 19 febbraio 2013

Alcune foto con Meazzo...

Giampaolo ci manda alcune foto che nel gruppo ritraggono anche l'amico comune, ex professionista e oggi grande collezionista, Giovannino Meazzo ai tempi in cui correva tra le fine della Ganna nei primi anni 50.
Emblematica la prima fotografia che lo vede di lato ad inseguire e ammirare i campionissimi Gino e Fausto! 



mercoledì 13 febbraio 2013

Legnano Roma Olimpiade 1960-61

Andrea, Explo 75, ci invia le foto del suo lavoro di filettatura eseguito sulla Legnano Roma Olimpiade del 1960-61 di Stefano.
Ottimo restauro e ottimo lavoro di filettatura!
Se avete bisogno di filettare la vostra bicicletta rivolgetevi ad Andrea, lo trovate a Milano:
www.explo75.com














martedì 12 febbraio 2013

Le maglie Maino e i Grigi dell'Alessandria

In pochi lo sanno, io l'ho scoperto pochi giorni fà.
I calciatori dell'Alessandria, sono da sempre chiamati i Grigi, ovviamente chiaro riferimento al colore della casacca, mi sono sempre chiesto se vi fosse mai un collegamento con gli altri famosi Grigi alessandrini, i ciclisti della Maino.
Ricercando informazioni sulle origini dei colori sociali dell'Alessandria mi sono imbattutto in diversi testi semi-ufficiali che raccontano la storia della nascita dell' U.S. Alessandria, ma riportano fatti vaghi e frammentari, alcune fonti sostengono che la fondazione della squadra di calcio alessandrina, fosse avvenuta nel 1912 per volere di una branca della Unione Ginnastica Forza e Coraggio le cui divise erano grigie, fatto stà che le prime amichevoli della neonata U.S Alessandria si svolsero nel 1912 con casacche azzurre e bianche, per poi passare quasi immediatamente alle divise grigie.
Stando alle fonti vicine al club calcistico che mi hanno dato lo spunto per fare questo articolo, pare che le magliette grigie vennero donate nel 1912 alla neonata società di calcio dall'industriale Giovanni Maino, che entusiasta di questa nuova realtà sportiva volle contribuire a suo modo offrendosi di fornire le divise alla squadra e da allora i colori ufficiali furono sempre il grigio... Maino!
Ho voluto verificare la cosa e mi sono imbattuto in un comunicato stampa dello scorso anno dove la U.S. Alessandria in occasione del centenario della sua fondazione esprimeva l'intezione di partecipare alla stagione 2012/13 con la divisa bianco-azzurra, a celebrazione della prima divisa ufficiale, più avanti viene riportato che il cambio di colori sociali fù dovuto ad una sostanziosa fornitura di divise ciclistiche grigie da parte dell'industriale Giovanni Maino.
Il connubio fra calcio e ciclismo nella nostra storia sportiva non è così inusuale, un altro esempio balzò alle cronache nel 1938, quando la Gloria assunse la denominazione Gloria-Ambrosiana.
Alfredo Focesi, patron della Gloria e grande tifoso dell'Inter pare che avesse affiliato la sua squadra alla polisportiva Ambrosiana di cui faceva parte anche l'Inter, che già dal 1928 a causa di pressioni politiche imposte dal regime dovette mutare il proprio nome da F.C. Internazionale Milano ad Ambrosiana-Inter. A dimostrazione di questo connubio nel 1938 la Gloria-Ambrosiana disputò le gare con la classica divisa, ma con la tasca frontale a righe nero-azzurre, proprio come la squadra di calcio di cui Focesi era tifoso. 

L'Alessandria nel 1912 con la prima divisa bianco-celeste
L'Alessandria negli anni 30 con la classica divisa grigia

lunedì 11 febbraio 2013

Labor monobraccio 1909

L'amico Loris Pasquale ci segnala le fotografie di una Labor come quella presente sulla pubblicità pubblicata qualche giorno fà in un mio post .
La Labor in questione è dotata di forcella e carro posteriore monobraccio, incredibile pensare che certe soluzioni tanto reclamizzate al giorno d'oggi siano già state inventate più di 100 anni fà. 
Le foto provengono dal sito sterba-bike.cz