lunedì 31 maggio 2010

Un Diavolo in gonnella

 Le bici Gerbi suscitano sempre una certa emozione, che siano esse da donna, da uomo, da corsa o da carico... non è la forma, ma la sostanza che conta in questo caso. Queste bici portano addosso un marchio, un nome che incuteva timore reverenziale nel secondo decennio del novecento. La storia, o meglio la leggenda di Giovanni Gerbi, detto Diavolo Rosso, è nota e stranota... ma in questo caso è bene ancora soffermarsi un attimo su questo paragone mefistofelico, infatti con abile senso manageriale il buon Giovanni in coppia col fidato fratello decisero, in quel di Asti, di sfruttare il soprannome mitologico affibiatogli dai fan come logo per la marca di biciclette! ...è vero che non fù sempre così: gli anni 20, 30 e 40 le Gerbi avevano uno stemma in ottone (appariscente a dir la verità) con inpressa lil bel faccione di Gerbi... le sue gesta erano ancora ben impresse nelle menti dei tifosi che bastava la sua faccia per vendere un prodotto.
Forse con gli anni 50, gli anni di Bartali e Coppi... vecchie glorie come Guerra, Binda, Gira e pure Gerbi erano ormai relegati alle polverose pagine degli almanacchi... così il buon Gerbi decise di puntare forte sulla sua leggenda, volle ricordare a tutti e soprattutto a chi se lo fosse dimenticato che il più incazzato di tutti, il più temuto, era sempre lui, Gerbi... il Diavolo Rosso!
Quindi su questo esemplare presentatoci da Virgilio, una bici Gerbi metà anni 50, ecco capeggiare fiero il simbolo della sua leggenda... il Diavolo ! 
La bici, nel tipico telaio prodotto dalle officine Rizzato, è splendidamente conservata nel suo colore grigio piombo, perfetta anche nella sua completezza, tutto marcato Gerbi, pure la sella !



giovedì 27 maggio 2010

Legnano Olimpiade 1961 + Raduno 2010

Per celebrare al meglio l'imminente mega-raduno Legnano, che si terrà per l'appunto a Legnano il prossimo 29 Maggio, Renato ci presenta la sua stupenda Mod. Roma Olimpiade del 1961.
La conservazione è imbarazzante, quasi pari al nuovo, effettivamente il buon Renato, grande esperto e appassionato della casa dei "Ramarri" ci ha già dimostrato in varie occasioni la sua innata predisposizione verso le bici super conservate: ricordiamo fra tutte una Legnano mod.Ricci anni 60 nuova fondo di magazzino e la luccicante Legnano mod.54 del 1935 !
Se non ci fossero disponibili cataloghi degli anni 60, allora basterebbe conservare questa foto come metro di paragone per ogni Roma Olimpiade! Il passaggio dal precedente modello Roma è netto, e lo si percepisce subito dalle componenti.
I freni sono i mitici Universal mod.61 a 3 fulcri e tirante centrale brevettati appunto nel 1961, casualmente lo stesso anno di questo esempare di bicicletta. Tutti i movimenti ed il cambio sono affidati alla ditta Campagnolo, gruppo Gran Sport completo, che vede per le prime volte l'adozione della guarnitura in lega leggera a doppio plateau e perno quadro. I mozzi sono a flangia larga e sbloccaggi rapidi e lavorano su forcellini registrabili sempre brevetto Campagnolo.
Infine notare il tocco di qualità con cui ha allestito questa Legnano il buon Renato: comandi del cambio disposti al termine della piega manubrio ! Moda lanciata dal vecchio Bartali che amava posizionare in quel punto le leve del suo Campagnolo.

Mostra biciclette - Agliana

La passione e la bella stagione fanno sorgere tra noi appassionati la voglia di esporre le nostre bellezze. Eccone un'altra: AMICI DI BICICLETTA. Organizzata dall'amico Vincenzo, noto Taurista, di nome e di fatto !
La mostra si terrà ad Agliana (PT) dal 10 al 29 Giugno presso lo spazio espositivo ex Farmacia Nucci Via Roma con orari che vanno dalle 21:00 alle 23:30 !

Invito soprattutto chi fosse appassionato di Taurus di non mancare all'appuntamento !

martedì 25 maggio 2010

Bianchi Selvino 1953

Alla ciclobacchettata di Bra dello scorso aprile, Franck era presente, direttamente da Torino con la sua Bianchi Selvino al seguito. Forse non fù la più vecchia bicicletta presente alla manifestazione, ma senza dubbio fu una delle più ammirate. 
Questa Selvino del 1953 magistralmente restaurata dalle abili mani di Franck è un importante testimonianza per tutti gli appassionati bianchisti, infatti la sua perfetta conservazione e la sua completezza la fanno un utilissimo strumento per ogni futuro restauro di questo modello.
Questa Selvino, infatti, si presenta perfetta come da catalogo, nel suo bel color verde salvia, sella in cuoio imbottita di crine di cavallo marca Aquila (la Bianchi utilizzava solo selle Aquila, anche le selle marcate Bianchi venivano realizzate dalla ditta Aquila). Inoltre i Pirelli Stella bicolore, bianco e para, sono i medesimi che da catalogo venivano offerti sui modelli sportivi top di gamma.
Nel dettaglio scopriamo come sia ben realizzato il telaio di questa Selvino, tanto da ricordare stile e dinamismo della più celebre Folgore da corsa, in particolare da notare le congiunzioni finemente cromate, la testa della forcella decorata con i classici svuoti laterali e i passaguaina interni al telaio.
Il carter aperto serviva per adottare il cambio velocità, in questo caso un Simplex Campione del Mondo.

lunedì 24 maggio 2010

Bianchi R Super 1926

Carter a parte -disperso durante la sua ottuagenaria vita- questa R Super Bianchi del 1926 è il Capolavoro, con la C maiscola della casa milanese di viale Abruzzi.
L'amico Iacopo, ricevette in dono questa bici da amici che acquistarono una villa in Toscana da una facoltosa famiglia che l'abitò dagli anni '30... furono loro dunque, facoltosi toscani, a comperare, quasi un secolo fà, questa sublime macchina iper brevettata !
La R Super Bianchi è stata la seconda generazione della Bianchi mod. R degli anni 10, quest'ultima era tanto bella e tecnologicamente avanzata che il suo nome, mod. R, creò una categoria... le bici a bacchetta, tutte, da allora vennero chiamate, volgarmente, "bici R".
Oltre un mese di lavoro per ripristinare questo esemplare e personalizzarlo con degni accessori: sella intonsa anni 30 con molle a ricciolo e gruppo luce di pregio marcato Magneti Marelli (la dinamo in foto è una Radius B52, la Magneti Marelli era ancora in fase di restauro)
Ora Iacopo scandaglia mercatini e web alla ricerca dell'ambito carterone in 2 pezzi... nell'attesa godiamoci queste foto...

venerdì 21 maggio 2010

Steyr 1900

Vi lascio un pò di foto prelibate per il week end... La combriccola di Renato ci presenta questa austriaca Steyr dei primi del secolo.
Una mezzacorsa pura, una sportiva, raro esemplare di tempi antichi. Telaio alto e congiunzioni invisibili, stupendo manubrio da mezzacorsa e freno a contropedale Styiria e pneumatici da 28 x 1/2.
Nella speranza di vedere l'eventuale restauro finito godiamoci queste meravigliose immagini !

giovedì 20 maggio 2010

La stramba pedivella

Fabio, ci mostra un reperto alquanto bizzarro.
Una pedivella Legnano di forma stranissima, presa da un vecchio ciclista di paese.
Una pedivella normalissima fino al punto in cui, solitamente, si avvita il pedale. In quel punto infatti la pedivella termina monca ed ad essa si va ad incastrare perfettamente, mendiante due bulloni, un blocchetto a ferro di cavallo in cui è presente la filettatura per avvitarci il pedale !
Che funzione mai potrà avere? e che scopo mai avrà tale accorgimento?
Un accorgimento del tutto originale Legnano, infatti, la sagomatura sul retro della pedivella evidenzia che è nata proprio così ! nessuna modifica artigianale dunque...
Ma qual'è la sua funzione ? quel blocchetto, anche se stranamente imbullonato alla pedivelle, esegue lo stesso preciso lavoro di una pedivella normale ! perchè, dunque, è possibile smontare l'attacco del pedale? forse per sostituirlo a piacimento con un'altro più lungo? Improbabile... forse al suo posto si poteva applicare un'attacco che serviva a un'altra funzione? e se invece non fosse una pedivella per una bici normale ?
se fosse una pedivella per qualche bici particolare, magari da guerra ! forse, la soluzione bellica può essere la più plausibile. In guerra le bici si portavano in spalla, contro la schiena, il pedale dava fastidio, bisognava smontarlo o ci si brasava il dorso... può darsi che questo accorgimento consentiva al soldato di smontare il pedale e il suo attacco in modo più pratico, tramite due semplici bulloni. In effetti smontare ripetutamente il pedale da una normale pedivella si và incontro al rischio serio di rovinare in breve tempo la filettatura...

Amici appassionati, pensateci e dite la vostra !

Benotto anni 30

Virgilio, mi dà lo spunto per buttar giù due righe riguardo la storia di uno dei più celebri marchi italiani, la Benotto.
Lo facciamo partendo dall'ammirare questo sorprendete conservato degli anni 30. Una bicicletta da donna in perfette condizioni, tanto perfetta e fiammante che vien voglia di saltarle in sella e farsi una bella passeggiata sotto il sole primaverile !
La Benotto è stata una fabbrica che per vedute commerciali ed imprenditoriali è stata pioniera dell'industria italiana. La Benotto venne fondata nel 1931 a Torino dal giovane Giacinto Benotto.
Nonostante la giovane età (non aveva nemmeno 30 anni) il giovane imprenditore ben presto ottiene risultati commerciali incredibili, la produzione in poco tempo raggiunge le 500 biciclette al giorno, una quantità disumana per i difficili anni '30. Dopo anni di record produttivi, Giacinto Benotto, decide assieme alla famiglia di raggiungere gli stessi risultati anche fuori dall'Italia, decide di scoprire nuovi orizzonti in America. Così il 21 agosto 1952 si stabilisce in Messico, a Guadalajara.
Non si sbagliava, l'intuito sopraffino per gli affari di Benotto si rivelò incredibile anche in questa scelta, azzardata per i tempi. La Benotto, presto, iniziò a farsi strada nel mercato messicano imponendosi in tempi brevissimi come leader.
Nel 1953 la produzione viene spostata a Città del Messico, dove Benotto fà il salto definivo, posizionando la sua ditta al vertice della produzione ciclistica mondiale.
Nonostante la lontananza dalla patria, la Benotto riesce ad essere presente anche sul terreno della gloriose corse ciclistiche professionali, vanta, infatti presenze nel mondo delle competizioni dal 1944 fino al 1991, con risultati assai prestigiosi: vinse 11 volte il Campionato del Mondo, oltre a farsi rappresentare da generazioni di dilettanti e professionisti dai nomi illustri, tra cui: Vito Ortelli, Cino Cinelli, Antonio Bevilaqua, Aldo Ronconi, Francesco Moser, Eddy Merckx, Ole Ritter Greg LeMond, e Gregor Braun.
Torniamo alla Benotto di Virgilio e ammiriamone i raffinati particolari!


mercoledì 19 maggio 2010

19 Mag - Newsletter da Veloce Club Novi Ligure

VISITATE IL SITO VELOCE CLUB PER SAPERNE DI PIU':

Bianchi Raja '35

La mano di Paracorto si vede lontano un miglio... tutti i suoi lavori, totali o parziali, sanno sempre trasmettere quell'aria di "vissuto" o di "Vintage" come si suol dire oggi... la patina opaca che da sempre contraddistingue le finiture eseguite da Marco da Scandicci esaltano le forme della bicicletta, la fanno tornare fiammante, ma non danno mai quell'effetto da giocattolo plasticone che spesso contraddistinguono i restauri totali malfatti.
In questo caso una Bianchi Raja del 1935, ovvero la versione con ruote da 26" della Real.
L'amico George, il proprietario e vecchia conoscenza del nostro blog, con entusiasmo ci racconta quanto ami questa bicicletta, soprattutto con queste finiture!

lunedì 17 maggio 2010

Inaugurazione Mostra Fausto Coppi


In questa fotogallery potete vedere alcune immagini scattate all'inaugurazione della mostra su Fausto Coppi, tenutasi il 7 maggio presso il Museo dei Campionissimi. Vi ricordo che la mostra si concluderà il 26 settembre prossimo.

Ganna S bis 1960

Eravamo partiti da QUI, quasi un anno fà.
Con rammarico dovetti vendere questa Ganna S bis del 1960, se l'accaparrò l'amico Carlo. Mi piace mercanteggiare con lui, perchè sò che le bici finiscono in buone mani, mani amorevoli e cure meticolose, che spesso si avvicendano in semestrali restauri, ma che alla fine restituiscono biciclette pedalabili tutti i giorni, il fine ultimo di ogni bici in possesso da Carlo: l'utilizzo quotidiano.
Poche parole, ma precise, direttamente da Carlo per raccontarci il restauro conservativo eseguito su questa Ganna:
"Un restauro conservativo, cercando di mantenere ogni accessorio coevo con il periodo della bici. Non eccessivamente datato, 1960, questo modello S-bis, però gode di una particolare attenzione nei particolari, freneria raffinata e molto elaborata nella forma e nella linea, mozzi e pedivelle marcate, perno centrale marcato, parafanghi larghi con bordo centrale rialzato e cromato, carter con codino e padellino con cromature centrali. Insomma, una bella figliola di 50 anni !
La bici è stata completamente smontata, pulita, ingrassata, lubrificata e ri-montata. La fanaleria originale l'ho pulita bene e l'ho conservata a parte erano una dinamo Superlux ed un fanale Dansi al loro posto ho montato una bella coppia conservata FAOS (prod. Radius), ho montato un paramanubrio coevo con l'epoca, fanale posteriore Sebac AstorII a graffetta. La sella l'ho sostituita con una nuova C.B.F. color cognac, molto simile ad una sellotta di quegli anni. Una registrata a puntino di tutta la parte meccanica e... via che pedialiamo.... sarà presto la mia bici da tutti i giorni. Un particolare grazie a Paolo per averla salvata da una possibile discarica."
...Un grazie a te, Carlo, per l'ennesimo ottimo lavoro !

P.S: la decal sul tubo-piantone andrebbe posta in posizione più centrale, ma Carlo ci fà notare come stranamente era presente l'alone della decal originale, insolitamente posta in quella strana posizione.


venerdì 14 maggio 2010

FAUSTO: parole e musica, arte e amori

Finalmente, dopo mesi di lavoro, il 7 maggio si è inaugurata la mostra dedicata al Campionissimo, mostra che si concluderà il 26 di settembre. 
In occasione dell'evento è stato stampato il catalogo che racconta il percorso tematico della mostra.
Più che un catalogo è un vero e proprio libro, scritto e curato dal famoso giornalista sportivo Giampaolo Ormezzano, circa 100 pagine a colori con tanti racconti e cronache di vita vissuta dal Campionissimo, spesso raccontati da personaggi che fecero della vita privata di Fausto, come i figli Marina e Faustino o Giannetto Cimurri, il suo massaggiatore.
A pagina 48 e 49 è presente un confronto fra la bici Wilier Tristina di Ballan, vittorioso lo scorso anno al Mondiale, e la Bianchi di Coppi del '54, gentilmente offerta dall'amico Gianfranco Trevisan. 
Il catalogo è acquistabile presso la biglietteria del Museo dei Campionissimi al costo di 15,00€.
Grazie al Biciclassiche, per tutti coloro che non riusciranno a far visita al museo e volessero acquistare una copia del catalogo, è possibile richiederlo tramite la mia mail. 
Vi verrà spedito a casa, aggiungendo 2,50€ di spedizione.

mercoledì 12 maggio 2010

Bianchi Raja 1937

Se eri di bassa statura nel 1937, e la Real con gomme da 28" ti sembrava un monte invalicabile dovevi sborsare 10 lire in più per accaparrarti l'alternativa da 26 pollici. Il modello Rajà !
Se il modello Real era la bici più venduta e di conseguenza più comune di casa Bianchi, la Rajà, è molto rara. Fino ad ora pochi esemplari ne ho visti giungere fino ai nostri giorni.
Cambia poco nel complesso, rispetto alla sorella maggiore Real, solo le ruote da 26" e un telaio qualche centimetro più compatto contraddistinguono questo modello dal nome esotico.
Già al momento del ritrovamento si presentava in maniera eccellente, ma il proprietario ha comunque preferito virare su un restauro totale, scelta che io non condivido, seppur i risultati siano ottimi, a parte qualche imprecisione sulle decalcomanie

martedì 11 maggio 2010

GIORNALE BICI D'EPOCA.COM


E' USCITO IL NUOVO NUMERO DEL GIORNALE
DEDICATO A TUTTI GLI APPASSIONATI DI BICI D'EPOCA.


Mostra Bici d'epoca - Novi Ligure 9 maggio

Nonostante i nuvoloni carichi, per tutto il giorno incombenti su Piazza Delle Piane, la mostra dedicata alle bici d'epoca si è svolta con grande successo !
Il 9 maggio si è aperta per Novi la settimana dedicata alla cultura della bicicletta, settimana che si chiuderà con l'arrivo della carovana del Giro d'Italia atteso giovedì 13 maggio, in occasione della tappa Novara-Novi Ligure.
Domenica il programma organizzato dal Comune prevedeva la partenza in mattinata della pedalata Bicincittà 2010, una Mostra fotografica dedicata a Coppi sotto i portici di Corso Marenco, mercato e bancarelle in mattinata in piazza XX settembre, e per finire nel centro di Novi, piazza Delle Piane: grande mostra di bici d'epoca, stand di importanti produttori quali Wilier, Colnago, Finotti e cicli Guizzardi inoltre nel pomeriggio esibizione bike trial a cura del Team 100% Brumotti.
La mostra dedicata alla bici d'epoca oltre a contare pezzi provenienti dalla mia collezione, era composta da inediti esemplari del Museo dei Campionissimi, mai esposti, pezzi dalla collezione Santamaria e da quella dell'amico Marco Bisio.
Vicino all'ingresso del Municipio abbiamo collocato un serie di bici da passeggio, tra le quali erano presenti alcuni pezzi molto interessanti del periodo che và dalla fine dell'800 ai primissimi '900, mentre nel'androne del palazzo, in una pittoresca galleria abbiamo dislocato la collezione di bici da corsa composta da pezzi molto prestigiosi tra cui la bici dell'amico e grande recordman Giuliano Calore. 
La mattinata, grazie anche al mercato settimanale, è stata ricca di visitatori, molti dei quali si sono intrattenuti in accese discussioni sulle gesta dei campioni locali. Molti anziani, molti dei quali ex operai delle fabbriche novesi Fiorelli e Santamaria,  si sono intrattenuti con un pò di nostalgia a ricordarci quanto belle e raffinate erano le bici di un tempo, svelandoci trucchi, invenzioni e sistemi di produzione ormai scomparsi...
Tra i tanti ricordo il grande Pietro Ferretti, ex operaio della Fiorelli negli anni 50, il quale mi raccontò tutto orgoglioso che i raggi ellittici con raggiatura radiale, tanto in voga ai nostri giorni, già li montava a richiesta nei primi anni 60.
Dopo un breve piovasco, nel pomeriggio il sole è tornato a fare capolino fra le nubi, e la gente è ritornata in piazza ad assistere alle funamboliche esibizioni del Team 100% Brumotti... 
Ricordo con piacere i giovani meccanici dello stand Finotti, che si sono intrattenuti per diverso tempo con gli occhi sgranati e stupiti nel scoprire quanto differenti siano le bici da corsa di un tempo rispetto ad ora.

lunedì 10 maggio 2010

Medusa anni 20

Il fortunato Lorenzo, ben conscio di stringere fra le mani una rarissima Medusa (ovvero il brand Bianchi destinato al mercato estero) è già preoccupato del fatto che dovrà affrontare un restauro impegnativo.
Io, invece, credo che lo stato generale di questa Medusa primi anni 20 sia più che buono... Tutto mi pare originale, solo gli accessori di "consumo" sono stati sostituiti: sella, manopole e pedali.
Il problema maggiore sarà reperire i parafanghi a schiena d'asino, è probabile che questa bici fosse predisposta per montare un carter chiuso in due pezzi, ma francamente nascondere quella magnifica guarnitura dentro ad un carter è un colpo al cuore.

La freneria, tipica del periodo, è con guide applicate a fascetta ed il manubrio del tipo "roller", molto compatto. L'elevata inclinazione tubo verticale e della forcella conferma l'ipotesi della sua datazione primi 900.