giovedì 28 aprile 2011

Maino Campionissimo 1931

L'amico Mario di Bicidepoca.com ci invia le foto di questo meraviglioso esemplare di Maino Campionissimo del 1931. Un'esemplare dalla conservazione tanto incredibile che commuove !Tutta completa e originale. Tutto è marcato Maino dalla sella ai pedali a sega.
La bici, dotata di mozzo giro ruota, è stata in seguito accessoriata di un particolarissimo cambio artigianale che riprende il funzionamento del più celebre Vittoria Margerita.
La componentistica è di alta gamma, largo uso di materiali leggeri come il duralluminio ed il legno, in particolare in alluminio sono realizzati i mozzi, il manubrio, il gruppo freni, i galletti ed i parafanghi in due pezzi.
E' interessante notare che i freni in alluminio riportano la data 1933, la Campionissimo era dotata di freni in ferro Bowden mod.Asso, è assai probabile che questa bicicletta abbia subito un aggiornamento delle componenti in seguito, man mano che la tecnologia evolveva. Questo fattore unito ad altri aspetti riscontrati analizzando la bici mi fanno supporre che potrebbe trattarsi di una bici del reparto corse. Tra gli aspetti inusuali riscontrati su questa Campionissimo spicca in primo luogo il doppio alleggerimento eseguito sul disco che unisce la pedivella alla corona, analizzando più attentamente la bici ho riscontrato una forte differenza tra i forcellini di questo esemplare e i forcellini del classico modello Campionissimo degli anni 30, in questo caso i forcellini risultano essere più raffinati e dallo spessore maggiore.
Oltre a queste particolarità anche il largo uso di materiali nobili ed i successivi aggiornamenti della componentistica anche dopo poco tempo (es: i freni sostituiti dopo solo 2 anni), fanno supporre che la bici sia un pò "speciale" !

mercoledì 27 aprile 2011

Bianchi Tour de France 1952 Fausto Coppi

Per tutti i fan del Campionissimo, pubblichiamo l'estratto di una rivista tedesca che vede pubblicata una rara immagine di questa Bianchi Tour de France appartenuta a Fausto Coppi.

Buona Visione!

martedì 26 aprile 2011

Ciao Cesare !

Classe 1915, detentore di svariati record fra cui l'essere la Maglia Rosa più anziana in vita, ma soprattutto fiero sostenitore dell'essere stato un ciclista semplice e contadino, ci ha lasciati ieri 25 aprile 2011 Cesare Del Cancia.

Il 6 maggio avrebbe compiuto 96 anni.

Professionista dal 1935 al 1946, corse per Ganna, Viscontea e Welter, vincendo diverse corse fra cui la Milano-Sanremo nel '37, tre tappe del Giro d'Italia e diverse classiche fra cui il Giro del Lazio ed il Giro dell'Emilia.

Ebbe la fortuna di correre ancora a fianco di campioni eroici come Giraradengo, Guerra e Binda, ancora oggi era fiero ed onorato di tramandare i racconti delle gesta di questi fenomeni del ciclismo, che lui ebbe la fortuna di vedere con i proprio occhi e sfidare con le proprie gambe.

La semplicità di questo uomo traspare da un racconto che sovente raccontava agli amici appassionati che andavano a trovarlo: Milano-Sanremo, 1937, il giovane Cesare non aveva nemmeno 22 anni e sfidava campioni rodati e pluripremiati. Pioveva a dirotto, la strada era una fangaia, il freddo era pungente, Del Cacia si lancia in fuga a 70km dal traguardo e batte tutta la concorrenza. Il segreto, racconta, era il cibo. Non amava il cibo solido in gara, durante i rifornimenti gli consegnavano sempre bisacce contenenti panini stopposi che non digeriva, gli rimanevano sulla bocca dello stomaco e lo frenavano... quel giorno, durante quella celebre Milano-Sanremo, scorse tra la folla il fratello che gli allungò una personalissima bisaccia che conteneva uno speciale zabaione, preparato dalla mamma! Tante uova, tanto zucchero, tanto Marsala e tanto amore di casa... si sentì un leone e vinse la corsa.

giovedì 21 aprile 2011

La Campionissima - Avviso



IL 22 APRILE SARA' L'ULTIMO GIORNO PER POTERSI ISCRIVERE USUFRUENDO DELLA AGEVOLAZIONE DI 5€.


Ricordiamo a tutti gli appassionati che sarà possibile iscriversi alla Campionissima fino al 20 MAGGIO.

Inoltre ricordiamo a tutti gli amici del raduno Legnano che prenderanno il via alla Campionissima, che dovranno iscriversi alla cicloturistica tramite il sito internet mentre il ritiro dei numeri e del kit di gara potrà essere effettuato già da sabato 21 maggio presso lo stand al Raduno Legnano.


De Rosa 1952

Ugo De Rosa, nasce a Milano nel 1934, fin da giovanissimo si appassiona al mondo del ciclismo e ancora in età scolastica si affida alla bottega dello zio, dove inizia ad imparare il mestiere di riparatore di biciclette e telaista. Così, nei primissimi anni 50, apre la sua bottega personale a Niguarda (Milano).

Si dedica fin da subito alla fabbricazione artigianale di telai da corsa, cogliendo al volo l'opportunità di rifornire il sempre maggiore numero di ciclisti dilettanti milanesi. Il nome di De Rosa inizia circolare nell'ambiente per la bonta dei suoi telai, la leggenda vuole che un giorno durante una corsa al Vigorelli, Ugo De Rosa venne avvicinato dal campione Raphael Geminiani, che lo esorta a realizzargli una biciclette con cui disputare l'imminente Giro d'Italia. Fu così che dal giorno alla notte De Rosa si ritrovò fra i grandi del ciclismo professionistico.

Gli anni 60 vedono De Rosa impegnato a rifornire importanti squadre come la Faema, la Tbac e la Max Mayer.

Fù proprio vedendo una bici della Max Mayer che Gianni Motta decise che De Rosa doveva essere a tutti i costi il meccanico/telaista della sua squadra, la Sanson. Dopo questo episodio fu un escalation di successi e collaborazioni prestigiose, fra tutte con Mercxx e la Molteni, Moser e la Filotex.

Attualmente la De Rosa è una ditta affermata, le cui bici prodotte in serie sono richieste in tutto il mondo.

Oggi l'amico Pietro ci mostra quella che probabilmente fu una delle prima bici mai prodotte con questo marchio... una De Rosa databile tra il 1952 ed il 1953 perfettamente conservata !

Una di quelle bici che fecero innamorare Raphael Geminiani e portarono De Rosa alla ribalta mondiale.

Poter ammirare queste decal è di una importanza storica straordinaria, perchè completano le informazioni e l'archivio storico su questo importante marchio italiano, di cui si sà molto del periodo d'oro (1960/70/80), ma quasi nulla del periodo degli esordi.

mercoledì 20 aprile 2011

Catalogo Bianchi 1926

Mettiamo a disposizione di tutti gli appassionati il catalogo Bianchi del 1926 a colori !

Per visualizzare tutte le immagini clicca qui:

Amerio corsa 1925

L'amico Gabriele Bocchi ci mostra la sua ultima opera d'arte, una bici Amerio da corsa del 1925.

Restaurata alla perfezione per il presidente della neonata associazione UVP (Unione Velocipedisti Parmensi).

Il restauro è stato minuzioso e preciso, le parti bianche sono state nickelate nuovamente, ed il telaio è stato rifatto con la colorazione tipica Amerio, ovvero grigio (colore sportivo di Alessandria) con dettagli e tubo si sterzo amaranto, il tocco finale è dato dalle rarissime decal Amerio.

La bici era incredibilemente completa e tutta marcata Amerio in corsivo, sui mozzi di grande diametro, sulle pedivelle alleggerite e sulla incredibile corona nel cui disegno si forma la scritta Amerio !

La bici è molto ben accessoriata: freni Bowden a fascetta con relative leve freno, manubrio e pipa dalla forma molto affascinante riportano alle imprese eroiche.

Il tocco finale è dato dalla sella Brooks B17 e dalla pompa verniciata in tinta del telaio e posizionata sotto il tubo orizzontale !

Un bici meravigliosa e particolarmente rara che merita senz'altro un posto sul podio tra le più affascinanti bici viste in questo blog. Complimenti Lele !

martedì 19 aprile 2011


Gli amici francesi del Conseil générale de Maine et Loire ci presentano la FESTA DELLA BICICLETTA DI ANJOU !

Un grande evento che accoglierà oltre 30.000 ciclisti da tutta europa in perfetta tenuta d'epoca. L'evento riservato alle biciclette antecendenti al 1990 (sia passeggio che da corsa) prevederà anche una passeggiata per scoprire la regione dell'Anjou attraverso i rigogliosi vigneti e i magnifici castelli della Loira !

Un grande appuntamento europeo da non perdere !

Per info:

La Storica 2011

Domenica scorsa 17 aprile, si è svolta a Pietra Ligure l'edizione 2011 de La Storica, grande è stata la partecipazione di appassionati del settore e con circa 150 iscritti alla partenza !

La delegazionde de La Campionissima ringrazia l'organizzazione de La Storica per la simpatica accoglienza, inoltre ringraziamo tutti gli amici appassionati che grazie alla loro passione e alle loro magnifiche biciclette ci hanno fatto trascorrere un piacevolissima giornata primaverile !

venerdì 15 aprile 2011

Maino Superlusso 1926

L'amico Alessandro, ci mostra la sua Maino Superlusso del 1926 in ottime condizioni !

Notare come la Superlusso negli anni 20 era dotata del solo freno posteriore seminterno.

Tutto è marcato Maino, i cuscinetti del movimento centrale riportano M26 a testimonianza dell'anno di produzione. I mozzi di grossa sezione hanno l'oleatore a sportellino e riportano la scritta Maino ancora in stampatello.

I pedali non sono originali, ma bensì marcati Pecorari, mentre un dubbio sorge sui parafanghi, non hanno il classico profilo Maino, però il posteriore è dotato del gancetto in ferro cromato che sorregge il parafango sul carro superiore, questo è un tratto tipico della produzione alessandrina... abile modifica artigiana su parafanghi non originali o parafanghi originali al 100% ?

giovedì 14 aprile 2011

Maino Superlusso 1940

Eravamo rimasti a settembre quando Massimo ci mostrava la sua Maino Superlusso anni 40 appena rinvenuta... la bici si presentava molto bene, ma era frutto di un vecchio restauro eseguito in maniera grossolana. Dopo mesi di duro lavoro Massimo ci mostra la bici finalmente restaurata in maniera definitiva. Infatti rimuovendo lo strato di vernice grigia è emerso il colore originale nero con evidenti tracce delle filettature bicolore (le Maino non erano quasi mai filettate, è verosimile che le filettature rinvenute sotto la vernice siano frutto di una vecchia personalizzazione).

mercoledì 13 aprile 2011

Ciclo Pietro Fossati 1934-35

Pietro, detto "Pietrino", Fossati nasce a Novi Ligure in via Borgo delle Lavandaie (la stessa di Girardengo) il 29 giugno del 1905.

Come tanti compaesani dell'epoca anche Pietro si innamora della bicicletta, nostante i tentativi di dissuaderlo da parte dei famigliari, nel 1926 vince il Campionato Italiano dilettanti, subito dopo verrà ingaggiato dalla Wolsit, si dimostra gregario modello, ma anche grande combattente, infatti nel 1927 vincerà la Coppa del Re e la XX Settembre (Roma-Napoli-Roma). Nel 1928 passa alla Maino-Dunlop, è subito terzo posto nella durissima Milano-Modena, 182Km a cronometro, alle spalle di Binda e del capitano Girardengo. Diventa Campione Italiano Professionisti Juniores, primo posto nella classica Coppa Placci. Il 1929 lo vede vittorioso nel Giro della Lombardia, dominando lo sprint e lascindosi alle spalle nomi pesanti come Guerra e Di Paco. Troppo presto le cronache lo hanno eletto erede naturale di Girardengo, purtroppo la sua carriera si limitò a sporadiche vittorie e tanti, troppi piazzamenti. Nel 1933 lasciò la Maino per correre gli ultimi scampoli di carriera con la sua squadra individuale.

Nel 1935 si ritirò dalla vita di sportivò e trovo lavoro all'Ilva, morì a Novi Ligure nel 1945 durante i bombardamenti alleati.

Il preambolo era necessario per descrivere le gesta di questo campione del ciclismo eroico, soprattutto in questo giorno che vado a presentare per la prima volta la bici che fu appunto di Pietro Fossati.

La bici da corsa degli ultimi anni di carriera individuale, una bici realizzata su misura e secondo i gusti dello stesso Pietrino.

La bici è realizzata senza dubbio da un mastro telaista alessandrino, con grande esperienza nel campo del ciclismo professinistico, lo dimostrano le leggerissime tubazioni Libellula impiegate per realizzare questo telaio. Particolare il tubo piantone con diametro di 27,5.... quasi un diametro da bici anni 70!

La componentistica è di prima fascia, molto costosa all'epoca e con notevole impiego di leghe leggere: movimenti e cuscinetti sono della BS (Bollea Saluzzo), la guarnitura è SIAMT, i pedali Sheffield, i freni in alluminio sono Universal Extra, i mozzi in ferro sono marca Perry su cerchi in alluminio Ambrosio e montati con raggi sfinati. Anche il manubrio è realizzato in duralluminio così come lo sono il tubo reggisella ed il parafanghino! Infine la sella è una Milano.

Una bici pazzesca... completa di tubolari la bici pesa circa 8,6Kg !!!

Molto interessante è l'analisi delle decalcomanie le quali riportano un simbolo che racchiude la foto di Pietro Fossati ed intorno la scritta CICLO PIETRO FOSSATI - MARCA DEPOSITATA, sul tubo obliquo del telaio è riportata la decal con la scritta FOSSATI.

Intervistando anziani del posto, tanti anche amici o parenti dello stesso Fossati è emerso che anche Giacobbe (grande campione ovadese e amico di Fossati) nel periodo da indipendente si fece realizzare un bici del tutto simile a questa appartenuta a Fossati, ovviamente ad eccezione delle decal che in quel caso riportavano la sua effige ed il suo nome.




martedì 12 aprile 2011

Bianchi lire 750 1942

Ecco un'altra testimonianza da Francesco, una Bianchi da 750 lire del 1942.

Anche in questo caso la sostanza è la medesima: al risparmio !

Gran parte della bici è verniciata, le uniche parti bianche sono cadmiate e molte altre sono di derivazione Touring, come ad esempio i pedali e la freneria.

Se avete modelli di questo tipo o che presentano prezzi esposti potete contribuire a raccontare questa storia inviando le foto via mail a: p.desade@gmail.com

Decreto Regio - Bianchi 1941 Lire 900

Era il periodo a cavallo tra gli anni 30 e gli anni 40, la crisi economica e militare era ormai nel vivo, per risollevare l'economia, il regime fascista decise di emettere un Regio Decreto che obbligava le più importanti case velocipedistiche a produrre biciclette economiche, il cui costo al pubblico non doveva superare le 900 lire, questa operazione-trasparenza consisteva anche nell'esporre direttamente sul telaio il prezzo del modello.

Oltre a questo obbligo, Mussolini versò un sostanzioso fondo economico a favore dei gradi produttori, una sorta di arcaico incentivo statale, a favore della popolazione italiano per l'acquisto di queste particolari biciclette.

Ovviamente dietro a questo finanziamento popolare vi era, implicitamente, la volontà di risollevare le sorti e le casse delle maggiori fabbriche metallurgiche italiane, che spesso oltre a produrre cicli fornivano gli armamenti all'esercito italiano.

Queste biciclette, votate all'autarchia e alla economicità, sono distinguibili per l'assenza totale di cromature, le parti bianche venivano verniciate dello stesso colore del telaio, al massimo si poteva avere la cadmiatura, molte componenti provenivano da vecchie produzioni oppure dalle sottomarche e soprattutto mai veniva montata componentistica estera.

Mario ci dà l'opportunità di prendere visione di uno di questi esemplari, una Bianchi lire 900 del 1941.

La base è quella della Bianchi Lido, ma con molte soluzioni ben più economiche... sul tubo obliquo è possibile ancora vedere la sigla ed il prezzo che indicano la fascia di competenza di questo modello rispetto alle tabelle redatte dal fascio nel famoso Regio Decreto. Questa operazione fu certamente ben pianificata dal regime, il quale ne verificava scrupolosamente l'andamento, come testimonia il piombino di sicurezza (con impressa l'araldica fascista e dei Savoia), a significare che i controlli erano approfonditi a tutela del cliente finale e soprattutto per evitare speculazioni.