Da Danilo le foto della sua conservatissima Bianchi Suprema del 1940, a cui ha eseguito un ottimo restauro conservativo integrando il tutto con un gruppo luce Radsonne dell'epoca.. Modello di gran lusso per signora, la Suprema, in questa versione nella colorazione extraserie bicolore, ma la vera particolarità di questo esemplare è il nome della proprietaria inciso sul manubrio, Raffaella Rossi.
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venerdì 21 marzo 2014
giovedì 4 aprile 2013
Taurus mod.19 1938
L'amico Carlo ci invia le foto del suo ultimo restauro, una Taurus modello 19 che dalla punzonatura sul perno del movimento centrale è risultata essere del 1938.
Le condizioni della bicicletta al momento del suo rinvenimento non consentivano un restauro conservativo, per cui si è scelto di procedere con un restauro integrale... ciononostante rimanevano tracce sufficenti di vernice originale per campionarla e riprodurla fedelmente, inoltre, caso particolarissimo, si vedeva chiaramente una filettatura insolita... molto larga e appariscente. Nel dubbio che fosse stata originale o una frutto di una modifica successiva, Carlo ha deciso di riprodurle fedelmente... a testimonianza del passato.
E il risultato magari non sarà come da catalogo, ma non è per nulla malvagio.
Il restauro è rifinito con un bel gruppo luce Radsonne dell'epoca.
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martedì 2 aprile 2013
Bianchi Selvino 1953
Da Renato, un altro gran bel conservato... questa volta tocca ad una Selvino del 1953, conservata in una maniera eccellente, davvero difficile trovare un esemplare così ben conservato.
Le cromature sono eccellenti, così come la vernice completa al 100%, le decal sono perfettamente visibili e nitide, anche la piccola decal sullo sterzo che riporta il nome del modello è presente e visibile.
Altro elemento molto difficile de reperire sulle Selvino conservate sono i pedali sportivi con la B di Bianchi sulla gabbia. Arricchiscono la bici un bel gruppo luce Radsonne dell'epoca, un campanello Bianchi e una meravigliosa sella Aquila!
venerdì 4 giugno 2010
Bianchi Sabauda 1940
"Questa bicicletta apparteneva a mio padre, scomparso nel 2008 a 86 anni.
Era la sua bicicletta, quella che usava tutti i giorni fino a quando la salute gli ha permesso di cavalcarla. Circa 6 anni fa, quando ancora non ero interessato al mondo delle bici d'epoca, decidemmo - mio padre ed io - di sistemarla un po', ma l'inesperienza di entrambi ha fatto sì che la pasticciassimo. Ci sembrava bella così, pedalabile e scorrevole. Pensavo addirittura fosse una bici più recente, anni '50, sù per giù, ma le caratteristiche tecniche ed estetiche della bici non mi permettevano di stabilirlo con precisione.
Nel 2006, per caso mi innamorai di questo mondo, cercai subito di capire il periodo di costruzione e scoprii che dietro la pedivella doveva esserci punzonato qualcosa. La bici si presentava completamente verniciata di nero il telaio e di argento il resto. Armato di sverniciatore comincio ad eliminare lo strato di colore dalla pedivella: come per magia compare un C2 41 e allora - incuriosito - approfondisco l'argomento smontando altri pezzi e cercando qualche altra punzonatura. Le trovo: sulla guarnitura c'è Bianchi 40, sul movimento Bianchi 41 e altri particolari marcati riportano 39-40-41 da ogni parte. Senza ombra di dubbio questa Bianchi è databile 1940.
L'idea di restaurarla a fondo cominciava a prendere corpo, ma da solo non ce la potevo assolutamente fare e la qualità del restauro che volevo ottenere era sicuramente fuori dalla mia portata e dalle mie competenze. Chiesi al mio amico Pietro (il ciclomeccanico di Cassolnovo, grande esperto in materia) un aiuto e mi disse subito di sì.
Papà intanto non c'era più e ogni giorno ero sempre più convinto della mia scelta. Tra pause e riprese, tra vicissitudini che la vita quotidiana ci presenta, dopo circa 1 anno la bici è pronta !
Eccola, un gioiello di rara bellezza, telaio riportato a ferro, sabbiato, cromatura delle parti bianche, filettature con puntali, decalcomanie nel posto giusto e parafango posteriore verniciato di bianco come da imposizione del decreto di guerra.
Accessoriata in modo coevo ed importante, ma senza strafare, questa Bianchi Sabauda monta una fanaleria Radsonne dell'epoca, manopole di osso bicolore, campanello in ottone marcato bianchi, gemma di vetro marcata Bianchi sul parafango posteriore, pedali Bianchi a 4 gommini con la "B".
L'unica cosa che mi dispiace è che il mio caro papà non ha fatto in tempo a vedere la sua bici finita."
mercoledì 8 luglio 2009
I grandi marchi

Molti sono stati soppressi, assorbiti da multinazionali e concorrenti, molti sono finiti nell'oblio dei tribunali fallimentari, altri sono sopravvissuti e ora producono tutt'altro o appiccicano il proprio nome, un tempo glorioso, su ferraglie cinesi.
Sarebbe bello conoscere la storia di marchi, per noi, fondamentali, come la Radius, la Ambrosio, la Regina, i F.lli Nieddu, Way assauto, la Simplex, Lucas, Aquila, Clement, Olmo, Superga, ecc...
Sarebbe bello scoprire che è capitato a industrie tanto rinomate, scoprire se ancora esistono e di che si occupano... scoprire la sorte che hanno avuto, quando e perchè. Così... per curiosità!
martedì 17 marzo 2009
Bianchi Real 1932
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La prima serie della Real, ovvero l'evoluzione della precedente S Bis, rispetto alle bn più comuni Real successive questo modello di distingue dagli inserti in bachelite rossa nei pistoncini dei freni, dal carter in due pezzi in stile Touring, dal patacchino vecchio tipo a sfondo rosso e dai parafanghi a schiena d'asino, in pratica questa prima Real condivide ancora gran parte dei componenti della vecchia S.
Gli accessori scelti per il restauro sono la sella marca Super in cuoio, gruppo luce di gran effetto Radsonne, borsello tedesco in cuoio portattrezzi, maniglia in alluminio e sul parafango una gemma in vetro a cono..jpg)
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