lunedì 21 marzo 2011

Bianchi reparto corse Salvarani 1968

Sono partito diversi mesi fà con solo il telaio e con il compito di ridare vita ad una Bianchi del reparto corse utilizzata nella squadra Salvarani del 1968, il cui numero di telaio è 999433.
Fortunatamente la bici in origine era composta sostanzialmente da un gruppo completo Campagnolo Nuovo Record, per cui di non difficile reperibilità... l'unico mio sfizio fu la volontà di reperire il più possibile di componenti nuovi di magazzino... ed in parte ho raggiunto l'obbiettivo.
La particolarità di questo telaio è costituita dai terminali delle forcelle aperti, non sò quale fu la vera funzione di questa peculiarità, ma una prima bozza di questa caratteristica era già presente sulle Bianchi del reparto corse del 1964 (ai tempi di Venturelli). Altro tratto distintivo di questo telaio sono le congiunzioni che sono ulterioremente limate ed alleggerite molto di più di quanto già si facesse negli anni 50, in questo caso gli interventi di alleggerimento hanno toccato anche i forcellini (anteriori e posteriori) i quali sono stati abilmente alleggeriti con tanti piccoli forellini lungo la battuta dei mozzi.
Grazie ad una lunga ricerca fotografica ho individuato tutti i componenti che venivano adoperati al tempo su questo tipo di bicicletta, molti erano assolute novità, come il già citato gruppo Nuovo Record o come la sella in plastica Cinelli Unicanitor, altre provengono direttamente dal passato come il manubrio e pipa Ambrosio Champion.
L'unica licenza che mi sono concesso è l'adozione di altre parti alleggerite dai fori, come le leve del cambio, le maglie della catena e la corona della guarnitura, modifiche che ho introdotto per esaltarne le doti di leggerezza.
L'unico dubbio che rimaneva era assegnare questa bici ad un proprietario... analizzando decine di fotografie dei componenti della Salvarani del 1968 ho fatto dei paragoni servendomi di progammi di grafica per mettere in relazione, con le debite proporzioni, le bici raffigurate nelle cartoline dell'epoca con il mio telaio... dopo lunghe analisi credo che il ciclista che conduceva questa bicicletta fù Tommaso De Prà, discreto professionista il cui apice furono le vittorie in alcune tappe di vari giri, fra cui il Tour de France, il Tour de Suisse e la Vuelta de Espana, oltre a vari piazzamenti in altrettante manifetazioni internazionali e nazionali.
Alla ricerca di informazioni ha contribuito attivamente e con grande passione il caro amico Paolo Amadori, che ringrazio !

Per visualizzare altre foto cliccare qui:

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, ottimo restauro; un piccolo dettagno non è corretto: i mozzi Record con chiavetta dritta hanno tutti un dado conico senza rigonfiamento dall'altro lato (quelli della tua bici sono stati introdotti 10 anni dopo). Ma è un dettaglio, complimenti davvero!

P.De Sade ha detto...

hai assolutamente ragione, ho messo questi perchè erano NOS, mentre quelli conici che ho in casa sono tutti con qualche minima imperfezione (ruggine, ecc..)
sarò fissato e pignolo, ma fino a che non trovo quelli conici NOS non li cambio ! ;-)

P.De Sade ha detto...

Ah ci sarebbe anche un'altro dettaglio... il freno posteriore è effittivamente un posteriore perchè era NOS in scatola originale con il perno del tipo corto... però su questo telaio la distanza tra cerchio e ponticello è fatta per montare un freno del tipo più grande, infatti noterai che il portapattino è tirato giù al massimo e nonostante ciò non coincide perfettamente col cerchio.. lo ho adattato per il momento, fino a che non trovo il giusto freno, ma rigorosamente NOS !!! ;-)

Anonimo ha detto...

perdonatemi ma mi lasciano imbarazzato gli occhielli per i parafanghi. anche per queste corsa, non mezza corsa, era prevista la possibilità di utilizzare i parafanghini ?
mad max

P.De Sade ha detto...

@Max
in effetti hai ragione ad avere dei dubbi... le bici da corsa in quegli anni ormai non venivano più dotate di parafanghini. Però fino ai primi anni 60 i parafanghini erano la dotazione base di ogni bici da corsa!
Questo telaio è diretto discendente del telaio Bianchi anni 50, per cui ha mantenuto gli stessi standard...
Questa è la bici di Romeo Venturelli esposta al Museo di Novi, come puoi vedere anche qui sono presenti gli attacchi: http://biciclettedecadence.blogspot.com/search/label/Venturelli

Anonimo ha detto...

porca miseria. l'avevi appena ricordato e adesso ci ha staccato tutti un'altra volta.con la bicicletta con gli attacchi.
un grande.
mad max