mercoledì 4 luglio 2012

La Maino di Cuniolo

Direttamente dal museo di Castellania le foto della Maino con cui Giovanni Cuniolo infranse il record dell'ora nel 1906.
Giovanni Cuniolo di Tortona, primo grande campione italiano, nonchè di nobile stirpe alessandrina come i futuri Girardengo, Coppi, Negrini, Fossati, Bergaglio, Bailo, Giacobbe, Milano, Filippi, Carrea (sono un infinità i professionisti e i campioni nati nel circondario di Novi Ligure, l'Università del Ciclismo).
Questa bicicletta, oltre ad avere una importante valenza storica, è interessante anche dal punto di vista tecnico, difatti si presenta con geometrie ardite e tubazioni all'avanguardia... nulla è in stile Maino, nemmeno la tipica testa di forcella a tre lame, effige del marchio alessandrino.
Una lavorazione eccezionale contraddistingue questo telaio a partire dalla congiunzione di sterzo finemente decorata con incisioni curvilinee, quasi in stile Liberty, ma il pezzo forte riguarda le tubazioni del carro posteriore, le cui sezioni si presentano a sezione variabile, partono dal sottosella con un profilo sfaccettato, quasi romboidale, per poi appiattirsi via via che si arriva al forcellino posteriore, notare come si è ovviato alla scarsa rigidità causata dall'appiattimento dei tubi, creando una nervatura concava sul lato interno degli steli rendendo più rigido il tutto e meno soggetto a flessioni.
Il forcellino piatto è dotato di un tendicatena molto particolare che ne consente una regolazione molto precisa per l'epoca, qualcosa di simile già si vedrà da lì a poco su diversi modelli di serie quali Bianchi mod.D o Maino mod.1-A.
Anche la forcella riserva sorprese, la testa ha un disegno molto snello, mentre gli steli presentano una importante nervatura all'interno per aumentarne la resistenza.
La scatola del movimento centrale presenta calotte senza battuta, le quali vengono fissate tramite due chiavelle poste sotto alla scatola del movimento.
La serie sterzo è integrata, al tempo la Maino usava una serie sterzo non integrata anche sulle bici destinate ai campioni della sua squadra corse, assieme alle altre stranezze vien da pensare che questo telaio sia stato realizzato da altri (nel 1906 Cuniolo corse contemporaneamente per la inglese Rudge Withworth), per poi essere marcato Maino per motivi pubblicitari e di sponsor.









3 commenti:

Anonimo ha detto...

una bici gp, fantastica !!

Carlo Azzini

Unknown ha detto...

Articolo davvero eccezionale! di Cuniolo c'è qualche storiella divertente ne "L'Avocatt in bicicletta" di Gianni Brera se non sbaglio. magari il post lo stampo e lo allego al libro. bravo Paolo.
Dario

P.DeSade ha detto...

@Dario,

se hai piacere di condividere qualche storiella su Cuniolo presente sul libro di Brera, mandami il testo via mail che lo pubblico ben volentieri !
Ciao
Paolo