giovedì 5 luglio 2012

Le prime bici di Coppi

Alcuni giorni fà grazie all'amico di pedalate e compaesano Anselmo sono venuto in possesso di un piccolo libricino scritto dal novese Pier Eligio Bertoli, stampato a Novi alcuni anni fà e che celebra i novesi e la loro cittadina, raccontandone la storia, le origini e le curiosità sui personaggi illustri.
Tra le sue pagine c'è un parafrago che parla di Coppi e delle sue prime bici... una piccola curiosità che ben pochi conosceranno e che sicuramente farà piacere a tutti i fan del Campionissimo, da novese mi fà molto piacere riportarvi pari pari qui di seguito questo prezioso aneddoto:

"Molti hanno scritto di Fausto Coppi. I maggiori giornalisti sportivi e non sportivi. ]....[  Si potrebbe concludere che tutto sia già stato scritto. Ma a Novi, e forse solo a Novi, siamo ancora in grado di dare qualche particolare inedito, interessante.
   Un argomento non completamente chiarito verte sulle prime biciclette del corridore. La memoria novese può aggiungere qualcosa.
    Sembra sicuro che il primo mezzo che Coppi ebbe modo di cavalcare fosse un'Aquila da passeggio di proprietà di uno zio.
    E' probabile che con questa bicicletta facesse per i primi tempi il percorso Novi-Castellania e ritorno, quando lavorava presso il salumiere Merlano. Gli fu poi acquistata una Maino da corsa color grigio-perla presso il ben conosciuto ciclista Bovone di Novi. Uno zio comandante di marina gli aveva dato 400 Lire ed il padre ne aggiunse 120 (*1).
Partecipò alla prima corsa, la Coppa Demicheli a Novi per Allievi nel 1933 nonostante avesse solo 14 anni (il limite era 15). Mario Ferretti, "il Sire", padre del radiocronista (*2), ottenne una deroga.
   Due anni dopo, nel 1935, sempre a Novi, partecipò ad una gara sponsorizzata da Santamaria (*3), valevole per il Campionato Novese Aspiranti ed Allievi. La prima vittoria, anche se piccola, fu nel 1937 in un circuito di 70km sulle strade attorno a Castellania. Nello stesso anno prese parte alla eliminazione novese del Campionato dell'Industria vinta da Isidoro Bergaglio (*4) .
   Nella seconda metà del 1938 passò Dilettante nella squadra del Dopolavoro Aziendale Montecatini di Spinetta Marengo ed il padre gli acquistò per 600 lire una bicicletta Prina (*5), fabbricata ad Asti. Ottenne a Castelletto d'Orba, in luglio, la sua prima vera vittoria per distacco; la seconda ad Alessandria nel Trofeo Gigi Agosta, battendo in volata il torinese Antonio Covolo (*6).
    Nel 1939 entrò nella Categoria Indipendenti e vinse, verosimilmente con la Prina, il Giro del Penice, la Coppa Canepa, il Circuito di Susa, il Giro del Casentino, il Premio di Varese e la sua prima gara ad inseguimento individuale in pista. Fra le gare a livello nazionale disertò la Milano-Torino (1° Favalli, 8° Bailo), la Milano-San Remo (1° Bartali in volata su Bini, Bailo e Chiappini), la Milano-Modena a cronometro (1° Cimatti).
    Prese parte al Giro organizzato dal Dopolavoro di Novi, forse guidato da Santamaria, con Di Paco, Zuccotti, Mazzarello, Moretti, Bisio.
     Il Giro di Toscana del 9 aprile fu la sua prima corsa importante e purtroppo sfortunata. Cavanna gli aveva raccomandato di stare alla ruota di Bartali, ma rimase confuso nel gruppo sino a che fu coinvolto in una caduta rompendo una ruota. Corse minori vinte furono ancora il Circuito di Varzi del 7 maggio e la Coppa Città di Pavia del 28 maggio.
     Ma la vera corsa che lo mise in evidenza e gli diede la possibilità di entrare nella squadra della Legnano fu il Giro del Piemonte: 4 giugno. Presentandosi ancora come Indipendente si classificò terzo dietro a Bartali e Del Gancia, mettendosi in evidenza sulle salite del Moriondo e della Rezza.
    Con quale bicicletta Coppi corse il Giro del Piemonte? Probabilmente la vecchia Prina doveva essere sostituita.
     Il fratello Livio, lo zio Comandante, Biagio Cavanna sono scomparsi. Marina Coppi, il cugino Vittorio e la quasi totalità di quelli che gli sono stati vicini non ricordano. Qualcosa però è emerso fra le memorie della Novi ciclistica. Ho parlato con alcuni ex corridori che, anche se non contemporanei di Fausto, gli sono stati accanto in diverse occasioni. Fra questi Mario Campi di Pasturana, classe 1929, che fu Dilettante con Milano, Carrea, Massocco, Parodi, Pettinati, Giacchero ed altri.
     Sembra praticamente sicuro che ad organizzare la partecipazione di Coppi al Giro del Piemonte sia stato il popolare Giuseppe Pierino Santamaria ed i meccanici novesi fratelli Morchio. Il tutto con l'avallo decisivo di Biagio Cavanna.
    Il novese Pierino Santamaria probabilmente intravedendo le doti del ragazzo, pensava di metterlo in futuro nella sua squadra, ma con il Giro del Piemonte Coppi esplose e divenne motivo di contesa fra Girardengo e Pavesi della Legnano che riuscì a spuntarla anche grazie al parere di Cavanna. In seguito Santamaria organizzò una sua equipe che fu presente per diversi anni nel panorama ciclistico italiano.
   I fratelli Morchio erano: Domenico -Menegùlu, Gùlu- (1903-1992) 3 Guglielmo -Mému- (1912-1992). Nati alla Cascina Gratone (oggi San Lorenzo), vicino alla cascina Bergamasca, facente parte della Tenuta Raggio.
  Rilevarono il negozio da "ciclista" che Santamaria (1907-1987), con il fratello Mario (1914-1973), aveva all'inizio di via Ovada a Novi. Santamaria si era spostato in via Raggio ove aveva organizzato una fabbrica per produrre biciclette.
   I tre assemblarono il mezzo sulle caratteristiche fisiche del futuro campione. Santamaria fornì i cosiddetti "tubi", ma furono soprattutto i Morchio ad allestire la bicicletta: il Mémù come saldatore ed il Gùlu nel non facile compito di centrare mozzi, raggi, ruote, ben avendo presente che i loro avversari erano i tecnici della Legnano, della Frejus, ecc.
   I risultati diedero ragione soprattutto a Fausto, ma anche Santamaria ed i Morchio ne uscirono benissimo.
Mario Campi aggiunge una importantissima testimonianza. Mi riferisce che suo fratello Tino, classe 1925, prematuramente scomparso, faceva l'apprendista presso i Morchio. Sempre gli disse che la bicicletta di Coppi per il Giro del Piemonte fu costruita in quella officina con materiale fornito da Santamaria. Mario mi dice anche di aver partecipato nel settembre del '49 ad una battuta di caccia in una riserva con Fausto e Serse Coppi. Venne il discorso sul Giro del Piemonte del 1939 e sulla bicicletta preparata in via Ovada, e Fausto, che non amava troppo parlare, disse pensoso "allora erano davvero altri tempi".
   Successivamente Mémo Morchio entrò in Ferrovia sino a diventare Capostazione, mentre il Gùlu restò per sempre nel suo negozio da ciclista.
   La sua officina divenne punto di ritrovo di tutti coloro i corridori della zona, sia di quelli affermati che di quelli alle prime armi. Era generoso nel mettere a disposizione la sua esperienza; era appassionato di ciclismo ed era tutt'altro che esoso. Non aveva figli e tutti quei ragazzi gli riempivano la vita.
   Il Gùlu si complimentava con chi aveva fatto una bella corsa e consolava gli sconfitti, promettendo che con qualche modifica tecnica la volta successiva sarebbe andata meglio.
    Fausto Coppi gli rimase sempre affezionato. Alla Bianchi disponeva del famoso Pinella De Grandi (detto Pinza d'Oro), ma il Campione, se si trovava nelle vicinanze di Novi, non perdeva l'occasione di farsi dare un'occhiata alla bicicletta dal Gùlu che, diceva, sapesse dare l'ultimo tocco come nessun altro in Italia.
    Quando passava la Milano-San Remo il Gùlu si metteva seduto sulla porta del suo negozio per attendere l'immancabile saluto di Fausto.
    Giordano Urbano Esperti (*7), mi diceva che quando Coppi ed i suoi gregari erano in allenamento a Novi facessero capolino nel negozio di via Ovada e dopo aver gridato "Gùluuuuu..!!!" ripartissero veloci con fare scherzoso. Giordano diceva, non rinunciando alla battuta novese, che quando il Gùlu usciva sulla strada "Quéli i éernu sà daa Catagnéta!" (*8)

Aggiungo alcune note di approfondimento:
*1- questa informazione è attendibile, nello stesso anno, marchi rivali come la Bianchi vendevano le proprie bici da corsa con prezzi mediamente attorno ai 500/550 Lire. La Maino in questione è probabilmente un modello Campionissimo.
*2- Mario Ferretti sr è il padre del celebre radiocronista novese Mario Ferretti jr, famoso per la celebre frase: "un uomo solo al comando..."
*3- Giuseppe Santamaria, famoso costruttore di bici novese, nel dopoguerra strinse una collaborazione con Bartali per costruire le biciclette col marchio del ciclista toscano.
*4- Isidoro Bergaglio, corridore professionista novese, nativo di Tassarolo a pochi km da Novi, molto noto ai tempi e molto apprezzato dai Campionissimi locali come confidente. Persona saggia, ascoltata anche dal mitico Biagio Cavanna. Bergaglio è anche lo zio di Anselmo, l'amico di ciclostoriche che mi ha fatto scoprire questo libretto!
*5- Anche questa notizia è fondata, nel 1937 la Maino, un marchio rivale alla Prina, vendeva le proprie bici mediamente tra le 600 e le 620 Lire.
*6- Antonio Covolo, dopo una discreta carriera ciclistica aprì un celebre negozio di bici vicino a Torino, avviando anche una piccola produzione di bici col suo marchio.
*7- G.U. Esperti, novese purissimo, è stato uno dei pochi amici veri di Fausto Coppi.
*8- traduzione: "Quelli sono già alla Catanietta!"; la Catanietta è una località a circa 2km da Novi in direzione Ovada.

Isidoro Bergaglio assieme a Fausto Coppi
Biagio Biòsu Cavanna, detto il Mago di Novi o L'orbo veggente
Domenico "Memu" Morchio


Giuseppe Pierino Santamaria

Guglielmo Gulu Morchio

 

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