Federico ci invia le foto di questa bicicletta sportiva anni 40 ritrovata nella vecchia cantina dei nonni. La prima cosa che balza agli occhi e la curiosa, quanto, spudorata somiglianza del marchio con la ben più blasonata Legnano, fondata da Emilio Bozzi. Somiglianza che non si limita solo al nome, ma anche allo stile del marchio impresso in rilievo sul carter.
La spiegazione è semplice, l'argomento lo abbiamo già trattato diverse volte nei vecchi post, molti artigiani (ma non solo anche discrete fabbriche di bici e ricambi) per cercare di emergere in un mercato, ai tempi congestionato, come quello delle biciclette le studiavano di ogni... il metodo più facile era sfruttare l'appeal e la notorietà dei marchi blasonati storpiandone il nome o ricalcando l'aspetto dei loro celebri celebri. Oggi questa pratica la chiameremmo tarocco.
Questo era un fenomeno molto diffuso, tant'è che la Bianchi, per tutelarsi, dedicava uno spazio apposito sui propri cataloghi per ricordare ai propri clienti di diffidare dalle imitazioni.
Ai tempi i controlli e le normative sul lavoro erano molto limitate... chiunque poteva studiare il proprio metodo per emergere sul mercato e farsi quel minimo di pubblicità in più per primeggiare, anche solo a livelo locale, sul rivale... forse sfruttando anche il basso livello di istruzione della popolazione italiana del tempo.
Tempo fà raccontai un aneddoto riguardante il molarese Antonio Negrini, gregario di Girardengo ai tempi della Maino, a fine carriera girava per il paese in sella ad una bici marcata Negrini (produttore emiliano di biciclette popolari ), sfruttando l'omonimia con il marchio della sua bici e giocando con l'ignoranza dei suoi compaesani si vantava di avere avviato una sua personalissima fabbrica di biciclette a Genova! Ovviamente moltissimi ci credettero... e il giochetto durò per molti anni... ingrandendo ulteriormente l'ego del campione piemontese.
Questo divertente aneddoto serve a far capire come il cliente medio al tempo fosse facilmente condizionabile e il trucchetto dei marchi tarocchi era un ottimo strumento per accaparrarsi qualche cliente in più.
Ma tarocco non significa per forza di bassa qualità o di fattura popolare... e questa bici ne è un esempio.
Il telaio di questa bici, personalmente, lo trovo di ottima fattura e di bellissimo impatto estetico... a partire dalle congiunzioni dello sterzo che terminano a punta di lancia... lo stesso decoro lo troviamo in negativo sulle altre congiunzioni del telaio... sintomo di una ottima ricerca del particolare e della finitura.
Anche la forcella presenta caratteristiche particolari, come la testa decorata in maniera molto gradevole, per il resto la bici è tutta marcata Legnani, altro sintomo di qualità.
Ci basta solo che aspettare le foto di Federico a restauro ultimato, sono sicuro che anche il bel color verde ramarro intenso, una volta pulito, possa riservare belle sorprese in termini estetici!
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