Non siamo risaliti all'anno di produzione di questo bellissimo esemplare di Maino Superlusso, le cui foto ci sono state inviate dal caro amico Massimo.
Una Maino Superlusso, quindi a freni interni, databile verosimilmente negli anni 30.
In passato questo esemplare ha subito un restauro un pò maldestro, nonostante si abbastanza fedele all'originale presenta alcune imprecisioni
Adoro lo stile del marchio alessandrino, degna rivale delle Bianchi Impero, ma con una vocazione più sportiva e con una sobrietà che accontenta tutti gusti.
Gli accessori sono degni di tale bicicletta come le leve in corno e i superbi pedali in duralluminio e gomma (probabilmente di marca FOM).
Il tutto è unito ad un sistema frenate a trasmissione interna dalla grande affidabilità, pare che fosse talmente affidabile e pratico che agli anziani ciclisti della mia zona ancora fà brillare gli occhi!
Pare infatti che il sistema di trasmissione interna utilizzato dalla Maino era di gran lunga più semplice da smotare e riparare rispetto alle altre blasonate, tanto da essere utilizzato largamente nella produzione Maino, anche in tempi in cui la bicicletta iniziava a cedere il passo ai mezzi a motore e il comporto ciclistico ne risultò profondamente ridimensionato, anche in quel caso la Maino insistette sul freno interno. Anzi lo portarono all'estremo, creando proprio nel mezzo degli anni 50 il sistema "a catenelle", fù un piccolo azzardo in quanto la troppa delicatezza del sistema e il suo costo eccessivo, in pieno boom economico fece rimanere in catalogo la Maino Supersport a catenelle solo per un paio d'anni.
Una Maino Superlusso, quindi a freni interni, databile verosimilmente negli anni 30.
In passato questo esemplare ha subito un restauro un pò maldestro, nonostante si abbastanza fedele all'originale presenta alcune imprecisioni
Adoro lo stile del marchio alessandrino, degna rivale delle Bianchi Impero, ma con una vocazione più sportiva e con una sobrietà che accontenta tutti gusti.
Gli accessori sono degni di tale bicicletta come le leve in corno e i superbi pedali in duralluminio e gomma (probabilmente di marca FOM).
Il tutto è unito ad un sistema frenate a trasmissione interna dalla grande affidabilità, pare che fosse talmente affidabile e pratico che agli anziani ciclisti della mia zona ancora fà brillare gli occhi!
Pare infatti che il sistema di trasmissione interna utilizzato dalla Maino era di gran lunga più semplice da smotare e riparare rispetto alle altre blasonate, tanto da essere utilizzato largamente nella produzione Maino, anche in tempi in cui la bicicletta iniziava a cedere il passo ai mezzi a motore e il comporto ciclistico ne risultò profondamente ridimensionato, anche in quel caso la Maino insistette sul freno interno. Anzi lo portarono all'estremo, creando proprio nel mezzo degli anni 50 il sistema "a catenelle", fù un piccolo azzardo in quanto la troppa delicatezza del sistema e il suo costo eccessivo, in pieno boom economico fece rimanere in catalogo la Maino Supersport a catenelle solo per un paio d'anni.
9 commenti:
Bicicletta sublime, ma... i pedali sono roba dell'altro mondo!! O_O
Un capolavoro di design, dovrebbero stare al MOMA!!
Complimenti...!
Non so se siano F.O.M., se non sono marcati così lo escluderei...
scusate ma sono l'unico che si è accorto di quanto è stata "paciugata" questa bicicletta?!
i filetti sono stati fatti a uniposca e la scritta sui mozzi è stata ripassata col pennarello nero....!
le pedivelle poi..sono state alleggerite da un macellaio!
non capisco come si possa ridurre una bici di tale livello in questo modo...!
comunque nulla è perduto...
Grazie a Stefano, grazie a Paolo per l'apoligia e perchè no...grazie anche ad "anonimo". Accetto le critiche, anche se le avrei preferite un pò più costruttive e meno sterili (magari con proposte per il restauro viste le elevate competenze dell'amico mascherato!).
Del resto, come dargli torto, in effetti i rilievi fatti sono assolutamente legittimi, per questo attualmente la bicicletta (che ho trovato nell'esatto stato che vedete in foto) è smontata fino all'ultima vite ed è in fase di restauro. Come altrettanto vere sono le affermazioni fatte dall'impeccabile Paolo. E del resto, se la passione non avesse avuto la meglio ora la bici sarebbe ancora ad invecchiare con le sue "immutate brutture" come sostiene giustamente l'amico Batman!. Non mancherò di inviare nuove foto alla fine del restauro per raccogliere - se vi andrà - l'ardua sentenza sul lavoro! - Massimo
.. piace eccome , il perchè è semplice colore grigio maino è inconfondibile lo contraddistingue logicamente da altre marche , le pedivelle con scritta maino centrale ,..ecc. non sono esperto , ma insomma un bel pezzo di bici antica -particolare , penso che abbia un gran valore storico della casa MAINO .
fa molto piacere vedere le foto , una bella testimonianza di come
una superlusso sia arrivata nei giorni nostri carica di fascino .
auguri al propietario per restauro o altro .
Wow, la mia Maino sta arrossendo con tutti questi complimenti!!:)...grazie mille anche a te Arrigo!
Un resturo deve essere sempre fatto con competenza, ma nonj si puo' criticare chi si esercita (magari e' alle prime armi).
Chi si avvicina ai restauri, spesso commette errori che sono certamente perdonabili,poi vai a capire se uno ha, o puo' spendere tantissimi soldi in cromature, nichelature , etc.
Spesso chi scrive commenti non ha mai restaurato, ma si permette di dispensare consigli.
Angelo
Comunque avendole entrambe (la Maino da donna, e la Bianchi tipo r da uomo), peferisco com'e' fatto il sistema interno della Bianchi.
Angelo
Angelo, in questo caso il proprietario di questa Maino non c'entra nulla con il restauro grossolano di questa Maino... la bici è stata rinvenuta in queste condizioni e attualmente è in fase di restauro eseguito a regola d'arte.
Posta un commento