martedì 19 aprile 2011


Gli amici francesi del Conseil générale de Maine et Loire ci presentano la FESTA DELLA BICICLETTA DI ANJOU !

Un grande evento che accoglierà oltre 30.000 ciclisti da tutta europa in perfetta tenuta d'epoca. L'evento riservato alle biciclette antecendenti al 1990 (sia passeggio che da corsa) prevederà anche una passeggiata per scoprire la regione dell'Anjou attraverso i rigogliosi vigneti e i magnifici castelli della Loira !

Un grande appuntamento europeo da non perdere !

Per info:

La Storica 2011

Domenica scorsa 17 aprile, si è svolta a Pietra Ligure l'edizione 2011 de La Storica, grande è stata la partecipazione di appassionati del settore e con circa 150 iscritti alla partenza !

La delegazionde de La Campionissima ringrazia l'organizzazione de La Storica per la simpatica accoglienza, inoltre ringraziamo tutti gli amici appassionati che grazie alla loro passione e alle loro magnifiche biciclette ci hanno fatto trascorrere un piacevolissima giornata primaverile !

venerdì 15 aprile 2011

Maino Superlusso 1926

L'amico Alessandro, ci mostra la sua Maino Superlusso del 1926 in ottime condizioni !

Notare come la Superlusso negli anni 20 era dotata del solo freno posteriore seminterno.

Tutto è marcato Maino, i cuscinetti del movimento centrale riportano M26 a testimonianza dell'anno di produzione. I mozzi di grossa sezione hanno l'oleatore a sportellino e riportano la scritta Maino ancora in stampatello.

I pedali non sono originali, ma bensì marcati Pecorari, mentre un dubbio sorge sui parafanghi, non hanno il classico profilo Maino, però il posteriore è dotato del gancetto in ferro cromato che sorregge il parafango sul carro superiore, questo è un tratto tipico della produzione alessandrina... abile modifica artigiana su parafanghi non originali o parafanghi originali al 100% ?

giovedì 14 aprile 2011

Maino Superlusso 1940

Eravamo rimasti a settembre quando Massimo ci mostrava la sua Maino Superlusso anni 40 appena rinvenuta... la bici si presentava molto bene, ma era frutto di un vecchio restauro eseguito in maniera grossolana. Dopo mesi di duro lavoro Massimo ci mostra la bici finalmente restaurata in maniera definitiva. Infatti rimuovendo lo strato di vernice grigia è emerso il colore originale nero con evidenti tracce delle filettature bicolore (le Maino non erano quasi mai filettate, è verosimile che le filettature rinvenute sotto la vernice siano frutto di una vecchia personalizzazione).

mercoledì 13 aprile 2011

Ciclo Pietro Fossati 1934-35

Pietro, detto "Pietrino", Fossati nasce a Novi Ligure in via Borgo delle Lavandaie (la stessa di Girardengo) il 29 giugno del 1905.

Come tanti compaesani dell'epoca anche Pietro si innamora della bicicletta, nostante i tentativi di dissuaderlo da parte dei famigliari, nel 1926 vince il Campionato Italiano dilettanti, subito dopo verrà ingaggiato dalla Wolsit, si dimostra gregario modello, ma anche grande combattente, infatti nel 1927 vincerà la Coppa del Re e la XX Settembre (Roma-Napoli-Roma). Nel 1928 passa alla Maino-Dunlop, è subito terzo posto nella durissima Milano-Modena, 182Km a cronometro, alle spalle di Binda e del capitano Girardengo. Diventa Campione Italiano Professionisti Juniores, primo posto nella classica Coppa Placci. Il 1929 lo vede vittorioso nel Giro della Lombardia, dominando lo sprint e lascindosi alle spalle nomi pesanti come Guerra e Di Paco. Troppo presto le cronache lo hanno eletto erede naturale di Girardengo, purtroppo la sua carriera si limitò a sporadiche vittorie e tanti, troppi piazzamenti. Nel 1933 lasciò la Maino per correre gli ultimi scampoli di carriera con la sua squadra individuale.

Nel 1935 si ritirò dalla vita di sportivò e trovo lavoro all'Ilva, morì a Novi Ligure nel 1945 durante i bombardamenti alleati.

Il preambolo era necessario per descrivere le gesta di questo campione del ciclismo eroico, soprattutto in questo giorno che vado a presentare per la prima volta la bici che fu appunto di Pietro Fossati.

La bici da corsa degli ultimi anni di carriera individuale, una bici realizzata su misura e secondo i gusti dello stesso Pietrino.

La bici è realizzata senza dubbio da un mastro telaista alessandrino, con grande esperienza nel campo del ciclismo professinistico, lo dimostrano le leggerissime tubazioni Libellula impiegate per realizzare questo telaio. Particolare il tubo piantone con diametro di 27,5.... quasi un diametro da bici anni 70!

La componentistica è di prima fascia, molto costosa all'epoca e con notevole impiego di leghe leggere: movimenti e cuscinetti sono della BS (Bollea Saluzzo), la guarnitura è SIAMT, i pedali Sheffield, i freni in alluminio sono Universal Extra, i mozzi in ferro sono marca Perry su cerchi in alluminio Ambrosio e montati con raggi sfinati. Anche il manubrio è realizzato in duralluminio così come lo sono il tubo reggisella ed il parafanghino! Infine la sella è una Milano.

Una bici pazzesca... completa di tubolari la bici pesa circa 8,6Kg !!!

Molto interessante è l'analisi delle decalcomanie le quali riportano un simbolo che racchiude la foto di Pietro Fossati ed intorno la scritta CICLO PIETRO FOSSATI - MARCA DEPOSITATA, sul tubo obliquo del telaio è riportata la decal con la scritta FOSSATI.

Intervistando anziani del posto, tanti anche amici o parenti dello stesso Fossati è emerso che anche Giacobbe (grande campione ovadese e amico di Fossati) nel periodo da indipendente si fece realizzare un bici del tutto simile a questa appartenuta a Fossati, ovviamente ad eccezione delle decal che in quel caso riportavano la sua effige ed il suo nome.




martedì 12 aprile 2011

Bianchi lire 750 1942

Ecco un'altra testimonianza da Francesco, una Bianchi da 750 lire del 1942.

Anche in questo caso la sostanza è la medesima: al risparmio !

Gran parte della bici è verniciata, le uniche parti bianche sono cadmiate e molte altre sono di derivazione Touring, come ad esempio i pedali e la freneria.

Se avete modelli di questo tipo o che presentano prezzi esposti potete contribuire a raccontare questa storia inviando le foto via mail a: p.desade@gmail.com

Decreto Regio - Bianchi 1941 Lire 900

Era il periodo a cavallo tra gli anni 30 e gli anni 40, la crisi economica e militare era ormai nel vivo, per risollevare l'economia, il regime fascista decise di emettere un Regio Decreto che obbligava le più importanti case velocipedistiche a produrre biciclette economiche, il cui costo al pubblico non doveva superare le 900 lire, questa operazione-trasparenza consisteva anche nell'esporre direttamente sul telaio il prezzo del modello.

Oltre a questo obbligo, Mussolini versò un sostanzioso fondo economico a favore dei gradi produttori, una sorta di arcaico incentivo statale, a favore della popolazione italiano per l'acquisto di queste particolari biciclette.

Ovviamente dietro a questo finanziamento popolare vi era, implicitamente, la volontà di risollevare le sorti e le casse delle maggiori fabbriche metallurgiche italiane, che spesso oltre a produrre cicli fornivano gli armamenti all'esercito italiano.

Queste biciclette, votate all'autarchia e alla economicità, sono distinguibili per l'assenza totale di cromature, le parti bianche venivano verniciate dello stesso colore del telaio, al massimo si poteva avere la cadmiatura, molte componenti provenivano da vecchie produzioni oppure dalle sottomarche e soprattutto mai veniva montata componentistica estera.

Mario ci dà l'opportunità di prendere visione di uno di questi esemplari, una Bianchi lire 900 del 1941.

La base è quella della Bianchi Lido, ma con molte soluzioni ben più economiche... sul tubo obliquo è possibile ancora vedere la sigla ed il prezzo che indicano la fascia di competenza di questo modello rispetto alle tabelle redatte dal fascio nel famoso Regio Decreto. Questa operazione fu certamente ben pianificata dal regime, il quale ne verificava scrupolosamente l'andamento, come testimonia il piombino di sicurezza (con impressa l'araldica fascista e dei Savoia), a significare che i controlli erano approfonditi a tutela del cliente finale e soprattutto per evitare speculazioni.