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Prima però facciamo un salto indietro, poco meno di vent'anni prima per la precisione... siamo ai primi anni 20 e il diffondersi dei mezzi di trasporto, i primi assaggi di traffico cittadino e purtroppo le prime morti bianche impongono al Governo italiano di seguire i passi tracciati già da tempo in Francia e Inghilterra, ovvero la costituzione di una norma di comportamento per velocipedisti, una serie di consigli ed obblighi da tenere conto in strada e soprattutto di notte.
Il manifesto in alto riporta le istruzioni per rendere a norma i propri velocipedi... in buona sostanza si raccomandava per la propria sicurezza di adottare specifiche particolari per essere sempre visibili anche con scarsità di luce... si diffondono quindi i primi fanali elettrici e la gemma catarinfrnagente diventa uno standard della dotazione di ogni bici prodotta. Il parafango bianco per la verità lo dipingevano in pochi, in quanto era più che altro un consiglio più che un obbligo... le bici portavano via 6 mesi di stipendio rovinarle con la pittura bianca era un crampo al cuore dei proprietari in presenza di faro e gemma i vigili chiudevano un occhio !
Questa legge unita al coprifuoco generale limitava quasi a zero la possibilità dei civili di scorrazzare di notte... solo alcuni casi il civile era autorizzato ad uscire, in tal caso vi era l'obbligo severo di non illuminare la strada e soprattutto di non rendersi visibili. Ecco quindi che molte fabbriche ciclistiche, tra cui la Bianchi, iniziano a produrre le proprie bici già con il parafango bianco standardizzato. Anche le fabbriche di fanaleria si adoperano per adeguare la propria offerta di prodotti ai nuovi parametri, si inventano i fanali oscurati, ovvero fanali che grazie a speciali lenti brunite non possono emettere un fascio di luce intenso a tal punto da essere visibili da un aereo o comunque da una certa distanza... bastano giusto per illuminare un pò del cammino, e soprattutto per farsi riconoscere dai posti di blocco o dai pochi mezzi a motore circolanti di notte.
Celebre rimane l'immagine della 1000 Miglia in cui gli automobilisti corsero con i fanali oscurati, memorabile l'Alfa Romeo 8C che corse con le calotte rosse sui fari ad ampolla!
Spesso, i già vessati ciclisti italiani non si potevano permette un nuovo fanale che probabilmente avrebbe portato via denaro buono per sfamare la famiglia per le settimne seguenti, così molto si ingengnarnono e trovarono diverse soluzioni per ottemperare a tali obblighi. Non è raro trovare vecchi fanali al cui interno vi è un pezzo di carta scura a mò di coperchio con la sola fenditura al centro giusto giusto per far trapelare un fascio di luce blando... oppure in altri casi oltre alla pittura scura direttamente sul vetro si poteva coprire quest'ultimo con una vecchia calza da donna od una garza ! Nella foto qua sotto si può vedere un faro modificato con una vecchia calza blu (fonte: Album Ciclobacchettando)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqhXPbmPsEJrkbm-I5LbjuiFr6sSiAdSefgM_H9rMBu8k-WKjGinrdpRVrIsdxHA4XVqLikvDR0r3fNEDtJ-Yd_ty6Cnbsr_Jn3deFLT8GrJoetiDyQXzRJIk6tZMU-uChDumejAFvUzY/s400/Fanale+oscurato.jpg)
6 commenti:
grazie Paolo, come al solito.
La legge sul parafango posteriore bianco è del dicembre 1938, l'oscuramento non centra niente!
chiedo cortesemente se sapete come uscivano di fabbrica le Bianchi col parafango già dipinto di bianco; in particolare,sui parafanghi posteriori a pagoda (gli ultimi in produzione quegli anni)veniva mantenuta la costa centrale cromata, o no? Grazie
Nessuna cromatura nella parte bianca
Buongiorno a tutti, molto interessante. Mi domandavo se una fanalino posteriore in bachelite con plastica rossa opaca (che ho scovato nella cantina di un vecchio zio) sia da oscuramento
grazie e saluti
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