martedì 17 novembre 2009

Bici capitoline

Questa foto qua sopra, è solo un assaggio di ciò che a breve potremmo ammirare, appena Edoardo avrà concluso la ricerca di una sella adatta a questo bel conservato.. una Bianchi Benaco Extra del 1955 che a breve, vi assicuro fungerà da metro di paragone per ogni restauro delle sue sorelle... ma anche un utile strumento per arricchire il nostro archivio personale! Dico questo perchè io l'ho potuta ammirare in anteprima e vi assicuro che di conservati come questi se ne vedono pochi! Mancherebbe solo il cartellino del prezzo...
Edoardo oltre che lesto con i ferri del mestiere è abile anche nella scrittura, d'altro canto ne esercita la professione, quindi non mi sono lasciato perdere l'occasione ed ecco che ci ha inviato una breve racconto, una piccola digressione sulla tematica delle nostre amate biciclette, buona lettura:

"Quando la bici è capitolina.
A Roma non si va in bicicletta, meglio: i romani non usano la bicicletta e, se escludiamo la Bassa Padana, gli italiani in genere non vanno molto in bici. I motivi sono tanti: il principale è che in Italia è stata inventata l'autostrada, già nel 1924, in Italia abbiamo inventato la Ferrari, la Lamborghini, la Maserati, ma soprattutto, la Fiat 500; in Italia incarniamo una sequela di luoghi comuni, dagli spaghetti al mandolino, che ti risparmio per carità. A Roma non si va in bicicletta, ma non sono le salite che spaventano - che pur ci sono - sono i tanti, tanti chilometri che si devono percorrere per attraversarla: in genere, chi abita nel punto A, lavora nel punto B, esattamente opposto. Io uso quasi esclusivamente la bici per muovermi in città, ma sono un privilegiato che abita in una zona centrale e ho uno stile di vita che più o meno è quello che aveva un abitante di questa città 60 anni fa, quando veramente Roma andava in bicicletta - vedi "Ladri di Biciclette" di de Sica .
Erano altri tempi, di povertà, certamente, di un dopoguerra in cui una bicicletta era una risorsa indispensabile per muoversi in una grande città. Ora la grande città si è trasformata in megalopoli, lungo autostrade pericolosissime e verso luoghi che già i miei occhi, e non quelli di mio nonno, videro essere “aperta campagna”, con tanto di fattoria, polli e pecorelle.
Dove andare in bici quindi? In centro? Sì, lì si usa ancora e l’utilizzo viene incentivato: stanno istallando il Bike sharing vicino alle ville e nel tempo libero si riscopre questo mezzo antiquato perché divertente, anarchico, pratico. Mi chiedo se questa riscoperta, che negli ultimi due anni si sta notando molto, tanto che i rivenditori di bici, già alla “canna del gas”, godono ora di nuove boccate di ossigeno; questa rinascenza, dicevo, non so se è moda o necessità di un popolo che è un po' meno ricco di prima: il fine settimana va meno verso le spiagge o la montagna e predilige restare nelle ville in città, meglio se con il velocipede che non consuma benzina ma pancetta e consente, così, di risparmiare anche su i centri estetici... Mi viene in mente una canzoncina di regime scritta nel 1937, quando l'Italia fu colpita dalle sanzioni per aver invaso l'Etiopia.
Si chiamava "Noi tireremo dritto" e una strofa diceva più o meno così: "Durissima vigilia dei ghiottoni, saranno certo le sanzioni le pance tonde più non le vedremo ma noi frugali non moriremo.."
In tempi di vacche magre, però, il genio italico si risveglia e produce il meglio. Ecco che si vedono rispuntar fuori bici dalle forme accattivanti, risciò , tandem, incentivi, piste ciclabili - in sampietrini!!! ti è mai capitato di percorrere la pista ciclabile lungo il Tevere? esperienza orrenda! - e ciclisti della domenica a più non posso. 
A Roma non si va in bici, ma tutti hanno una bici, così, da qualche polverosa cantina rispunta fuori qualche "pezzo" rimembrato, di quando s'era giovani, del babbo, del nonno. Viene portato alla ciclofficina e lì, stuprato con gomme e selle nuove. Il soddisfatto proprietario, sale in sella, si strappa i pantaloni e si fa un giro. No, non è cosa... ed ecco che, col fiato corto, torna a casa, accende il computer e su Ebay risolve il problema in modo definitivo: vendita! Sì, Sì, per carità, Vendita! Senza appello, senza rimpianti e su, di nuovo tutti in 500 come durante il grande boom italico.
Ecco così che l'Italia si riprenderà economicamente ed io, invece, mi ritrovo proprietario di una conservata, perché poco usata, Bianchi capitolina. Non ti ingannar troppo, però, la mia è poco usata, sì, ma non molto ben conservata... accidenti! Poteva essere perfetta se non vi avessero strusciato sopra, negli anni: una culla, un passeggino, le bottiglie del vino, un televisore vecchio, una lampada fuori moda, una cyclette, un manubrio da trecento chili (anche quello mai usato) un paraurti di una Panda che, anche se abbozzato, perché buttarlo??"
Edoardo Papa

2 commenti:

Unknown ha detto...

Beh... dico una cosa: soltanto il canotto di sterzo promette bene, figuriamoci il resto... sembra veramente un ottimo mezzo, complimenti ancora prima di vederla intera.
CARLO

Edo Papa ha detto...

Il canotto di sterzo promette bene, il resto... ha qualche pecca (vedi lettera), ma viste le aspettative, cercherò di non deluderle e farò del mio meglio, grazie ai preziosissimi consigli di Paolo.