martedì 1 ottobre 2013

Le Bici di Coppi - Paolo Amadori e Paolo Tullini

Pubblico con molto piacere la presentazione del libro appena uscito "Le bici di Coppi" degli amici Paolo Amadori e Paolo Tullini. 
Una opera importantissima a cui ho avuto modo di partecipare testimoniando personalmente l'enorme sforzo di ricerca condotta dai due collezionisti ed appassionati delle Bianchi e del mito Coppi. Un ricerca meticolosa, ricca di dettagli tecnici e aneddoti sconosciuti fin d'ora, approfondendo ulteriormente i ben noti aspetti romantici di un ciclismo eroico di cui Coppi (e le sue bici) sono stati sicuramente un icona internazionale, ma soprattutto chiarendo molti aspetti riguardo alle biciclette utilizzate dal Campionissimo e i segreti del meccanico Pinella pinza d'oro.
Insomma, un opera che non deve assolutamente mancare nella biblioteca di ogni appassionato di ciclismo, perchè su Coppi si è scritto tutto e tanto, fin troppo per certi aspetti, ma mai si erano messi sotto i riflettori gli aspetti legati al rapporto fra il grande campione piemontese e le sue macchine, a dirla tutta la bibliografia disponibile riguardate la bicicletta in generale è davvero scadentei libri di approfondimento ad esse dedicate si contano sulle dita di una mano, proprio giorni fà mi trovavo ad un mercatino dell'Antiquariato e notavo che un venditore esponeva libri sui temi più disparati dai fucili ai coltellini, dalle Vespa alle Alfa Romeo, fino ad arrivare a tematiche inusuali come bastoni da passeggio e canne da pesca d'epoca... possibile che la bicicletta, un oggetto così importante sia così snobbato dalla editoria italiana? Quindi sono entusiasta della nascita di questo progetto editoriale, a cui auguro ogni fortuna e che possa fare da traino per altre iniziative analoghe, che mancano come il pane a noi appassionati!

Le bici di Coppi di Paolo Amadori e Paolo Tullini
Il tesoro ritrovato di Pinella De Grandi
e la vera storia delle biciclette
del Campionissimo

La storia di un ritrovamento che scuoterà il mondo del collezionismo ciclistico.
La ricostruzione fedele, a prova di documentazione storica, delle biciclette Bianchi utilizzate da Fausto Coppi nel corso della sua straordinaria carriera.
Un volume imperdibile pubblicato da Ediciclo Editore
In vendita in tutte le librerie per tutti gli appassionati di memorabilia e di vintage.
Il libro sarà presentato in anteprima all’Eroica 2013 a Gaiole in Chianti.

Uscita in libreria: Settembre 2013

Piano dell’opera
Prefazione di Carlo Delfino
Introduzione
1. Intervista alla signora Caterina nipote di Pinella De Grandi
2. Pinella e la valigetta delle meraviglie
3. I Registri del Reparto Corse Bianchi
4. I segreti di Pinella
5. La corrispondenza di Pinella
6. Schede tecniche delle biciclette di Fausto Coppi
- Le Bianchi
- La Legnano del Record dell’ora
- La Masi/Coppi
- La Bianchi di Serse Coppi
7. Dalle vittorie di Fausto Coppi alle biciclette Bianchi celebrative di serie
8. Note tecniche su telai e componenti
9. Intervista al costruttore Alberto Masi e al meccanico Giuseppe Drali


Tanto è stato scritto su Fausto Coppi, corridore e uomo, sulle sue imprese, sulla sua morte e sulla costruzione di un vero e proprio mito. Poco invece è stato detto del rapporto tra il Campionissimo e le sue biciclette.
Questo libro parte proprio da qui, dall’appassionata ricerca e descrizione delle biciclette Bianchi usate dal Campionissimo nel corso della sua carriera, dal 1945 al 1958. E tutto questo è stato possibile grazie a uno
straordinario ritrovamento: i Registri storici di produzione del “reparto Corse” della Bianchi. Da una valigetta
dimenticata - quella di Pinella De Grandi, forse il più famoso meccanico della storia del ciclismo, soprannominato Pinza d’Oro” - e recuperata da Paolo Amadori, uno dei due autori del libro, è uscito un vero tesoro.
Oltre ai Registri storici, che si pensava fossero andati irrimediabilmente perduti con i numeri di telaio e le misure delle biciclette costruite per tutti i corridori Bianchi dai primi anni ’40 a fine anni ’60, sono tornati alla luce i quaderni di appunti e i diari di Pinella, in cui il meccanico dei campioni annotava, giorno per giorno, particolari tecnici e note sulle prestazioni dei ciclisti in corsa (al Giro, al Tour e in altre competizioni).
Grazie a questi documenti inediti, Amadori e Tullini hanno minuziosamente catalogato, tra le 70 biciclette
utilizzate da Fausto Coppi durante la sua carriera alla Bianchi (dal 1945 al 1958), i 13 modelli originali e hanno fornito per ciascuno di loro, un’accurata descrizione tecnica e una ricca documentazione fotografica, raccontando in un nuovo modo, e anche grazie a inedite immagini, le imprese ciclistiche in cui quelle biciclette hanno accompagnato il Campionissimo.

Dalla prefazione di Carlo Delfino:

Chi ama il ciclismo non può prescindere da Fausto Coppi e chi
ama Fausto Coppi, deve per forza riconoscere che l’affidabilità,
l’eleganza e la robustezza della sua leggendaria Bianchi, sono
stati per anni e anni alleati fedeli e “compagni di squadra”
affettuosi. La bicicletta di Fausto Coppi e “il Campionissimo”!
Un binomio inscindibile. Per tutta la carriera Fausto Coppi segue
in maniera maniacale l’allestimento della propria Bianchi.
Ne respira il telaio variando con i maestri telaisti della casa
biancoceleste” millimetriche angolazioni e misure; addotta di
volta in volta originali soluzioni componentistiche, sperimentando
nuovi accessori. La sua bicicletta era la “sua” bicicletta, e
basta!
[…] Soltanto una volta accettò una bicicletta non sua, ma la
guerra era in corso e non si poteva certo andare tanto per il
sottile. Chissà che fine avrà fatto il mezzo meccanico che gli
regalò Giuseppe D’Avino quando nella sua bottega di falegname
gli disse con la voce piena di commozione: “Tenite”. Chissà
chi aveva avuto l’onore di assemblare quei tubi che avrebbero
permesso a Fausto di tornare alle corse e dopo qualche mese
alla “normale” vita da campione. Di che marca sarà stata? Non
sono mai riuscito a saperlo. Quasi sicuramente non lo sapremo
mai… Sappiamo però quali sono state le altre biciclette di
Fausto Coppi e in questo lavoro degli amici Amadori e Tullini
ne ammiriamo almeno una dozzina che fanno bella mostra in
giro per l’Italia. Ognuna ha la sua storia di autenticità, tutte ci
raccontano del Campionissimo e della sua unicità e irripetibilità
nel mondo del pedale.


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