martedì 25 settembre 2012

Bianchi Super bandierina 1936


Da Giuseppe arrivano le foto di questo restauro appena ultimato su una Bianchi Super del 1936, versione "bandierina", ovvero con lo stemma manubrio che riporta l'aquila su sfondo nero capeggiato dal tricolore.
Un restauro egregio effettuato con precisione e cura del particolare!









lunedì 24 settembre 2012

GUIDA: come risalire all'anno della bici

Datare le bici d'epoca non è mai semplice, col tempo e l'esperienza l'occhio del collezionista si affina e sarà possibile datare con buona approsimazione una bicicletta solo vedendone le caratteristiche tecniche e costruttive o addirittura analizzando le metodologie industriale con cui la bici è stata costruita.
   Ovviamente l'enorme mole di nozioni e di variabili, non consente di elencare tramite una semplice guida tutte le caratterisiche delle bici nel corso degli anni, altrettanto impossibile sarà impartire al neofita tecniche per sviluppare un occhio esperto -come l'archeologo impiega anni di studio ed esperienza sul campo per poter decifrare un epoca solamente analizzando la superfice dei manufatti- anche il collezionista-restauratore di bici d'epoca necessiterà di pazienza e molta ricerca diretta per capire le differenze tra le bici prodotte nel corso degli anni.
Ad ogni modo per agevolare il compito del neofita è possibile individuare l'epoca da alcuni dettagli presenti sulla bici, in questo caso dai numeri che corrsipondono all'anno di fabbricazione che veniva impresso su determinati componenti. 
    Prima di fare ciò è bene avere una piccola introduzione storica sulla presenza di tali sigle.
Fino alla metà degli anni 50, la bicicletta era il mezzo di trasporto principale di gran parte degli italiani, era un bene di lusso che pochi si potevano permettere senza dover privarsi di varie mensilità del proprio stipendio, per molti lavoratori era una vera e propria necessità per provvedere al proprio sostentamento ed autonomia. Questa forte necessità di possedere una bicicletta sfociava in una enorme richiesta produttiva, il precario potere economico degli italiani avrebbe generato  ondate di interventi di riparazione in garanzia potenzialmente fraudolente, oltre al ben più grave mercato nero di bici rubate e conseguente ricettazione.
Fù così che presto le grandi case velocipedistiche corsero ai ripari con introducendo i numeri di serie e i codici da imprimere sulle componenti così da certificare il proprio prodotto tutelandosi da truffaldine richieste di garanzia e di riflesso fornendo alla clientela uno strumento contro il furto del mezzo, a tal proposito consiglio la visione del film di De Sica "Ladri di biciclette" che descrive molto bene il contesto sociale dell'Italia del tempo e dell'importanza che la bici aveva per la società, in un passaggio in particolare si vede il protagonista denunciare il furto della propria bici citando il numero di matricola.
    Con il boom economico la bici da passeggio viene piano piano declassata a scapito di mezzi ben più moderni quali la motocicletta o l'auto, di conseguenza crolla anche il mercato delle bici rubate, così la necessità di una forte tutela da parte dei produttori viene a mancare e a partire dai primi anni 60 gran parte delle bici da passeggio (la bici da corsa rimane l'unico velocipede di lusso) non vengono più marcate con l'anno di fabbricazione e spesso nemmeno con il numero di serie.
   
     Come descritto all'inizio la consuetudine di marcare l'anno di fabbricazione era una tutela che si ponevano solo le grandi case e non sempre nel corso degli anni venne fatto con regolarità e costanza, per cui questo metodo è valido solo per alcuni marchi e non sempre lo si trova su tutti gli esemplari.
In genere la marca che più di tutte ha marcato le proprie bici è la Bianchi (e le sue sottomarche es: Touring)
la quale con assoluta costanza nel corso degli anni ha marcato i propri prodotti in vari punti, i più comuni sono: dietro alle pedivelle, sulle ghiere e sul perno del movimento centrale, sulle ghiere della serie sterzo e sotto il manubrio dove si attacca la pipa.  
Analizzando una Bianchi sarà possibile trovare l'anno riportato in due cifre, ad esempio per 1935  si avrà la sigla 35.
Le altre marche importanti, fra cui Umberto Dei, Legnano, Ganna, Maino, ecc... marcavano l'anno principalmente sulle ghiere del movimento centrale e dietro alle pedivelle.
Ovviamente può capitare che si trovi l'anno inciso anche su componenti di bici di marche locali o di blasone minore, basta considerare però che spesso su alcuni componenti (come ad esempio le calotte o il perno del movimento centrale) venivano stampati numeri che non corrispondono all'anno, ma a sigle di fabbricazione o più comunemente alle loro misure (i passi).
Inoltre bisogna considera le eventuali riparazioni che possono aver rimosso componenti originali marcate, con componenti marcati con anni successivi o addirittura non marcati, per questo è importante prendere visione di tutti i punti in cui le bici venivano marcate per avere una datazione precisa.

Le foto di questo articolo mostrano alcune punti in cui è presente l'anno inciso.





Carlo Galetti


Iniziamo con Max una discesa verso la conoscenza di Carlo Galetti, partendo dai tempi eroici in cui correva sulle mulattiere, passando per il periodo imprenditoriale e arrivando ai giorni nostri con la riscoperta del marchio storico Galetti ripreso dalla azienda di Max e che si appresta ad affacciarsi negli anni 2000 con uno progetto innovativo, ma con uno sguardo al passato!
Oggi partiamo con il pubblicare una serie di documenti e fotografie che Max ha raccolto negli anni e che ritraggono Galetti durante la sua lunga carriera.
Di Carlo Galetti si sono scritti testi e biografie e si contano decine di citazioni in libri di settore, mi limito quindi ha riassumere brevemente i passaggi salienti della sua carriera e della sua vita.
    Carlo Galetti nasce a Corsico in provincia di Milano il 26 agosto del 1882, protagonista assoluto assieme a pochi altri italiani del ciclismo pionieristico, inizia la carriera a 19 anni nel 1901, fino al 1908 si ricordano una serie di vittorie minori fra le quali spiccano la Roma-Napoli-Roma del 1906 e i due Giri di Sicilia del 1907 e del 1908. Ma è dal 1909 con la prima edizione del Giro d'Italia che Galetti legherà indissolubilmente il suo nome a quello del Giro. Alla prima edizione arrivò secondo dietro a Luigi Ganna, ma a partire dal 1910 con i colori della Atala, per ben tre anni conquistò incontrastato la classifica generale (nel 1912 a Squadre)!
Le sue partecipazioni ai Tour sono sempre state sfortunate e delle tre edizioni a cui prese il via, nessuna venne terminata.
    Dopo una serie di cambi di maglia tra Atala, Bianchi e Legnano nel 1921 concluse la carriera proprio in maglia ramarro con un dignitosissimo 9° posto alla Milano-San Remo.
Conclusa la carriera si dedicò all'attività di Tipografo, legando però il suo nome ad una piccola fabbrica di biciclette di Milano che aprì i  battenti nel 1920.
Nel 1930 e 31 alla veneranda di 48 anni tentò una comparsata nella attività agonistica come Individuale, ottenendo un notevole 51° posto e 69° posto nelle Milano-San Remo del 1930 e del 1931. 








mercoledì 19 settembre 2012

Campagnolo Gran Sport 1951

Giunge inaspettatamente in bottega questo bellissimo Campagnolo Gran Sport del 1951 in condizioni eccellenti !
Nota curiosa era montato su di una Bianchi Sprint degli anni 70... nessuno dica più che le Sprint non meritano nemmeno uno sguardo! ;-)
Il cambio è mancante delle pulegge originali e del bullone ferma cavo, tempo e pazienza nella ricerca in questo caso sono inutili... meglio affidarsi a qualche bravo artigiano, maestro delle repliche. 


Verniciature F.lli Roncalli

Apriamo la sezione Professionisti del restauro facendo la conoscenza con Massimo Roncalli, titolare di una attività con oltre 50 anni di esperienza nella verniciatura di biciclette.
La Ditta F.lli Roncalli nasce nel 1958 a Biella grazie alla passione di Angelo Roncalli, appassionato di ciclismo e abile artigiano, che decide di aprire un suo laboratorio di verniciatura specializzato in biciclette e motocicli, cui successivamente entrerà a far parte anche il fratello Bepi. Con l'avvento del boom economico l'attività della ditta Roncalli procede con successo allargandosi anche verso il mondo delle autovetture, fino ai primi anni 80 quando il figlio Massimo prende in mano l'attività di famiglia. 
Nel 1995 Massimo prende la coraggiosa decisione di destinare la propria attività pricipalmente al restauro di mezzi d'epoca.
Oggi dopo oltre 50 anni di attività il laboratorio Fratelli Roncalli, grazie alla passione e all’esperienza maturata in due generazioni, dispone delle competenze e della professionalità necessarie per un restauro accurato e fedele all’originale. Soprattutto sono in grado di realizzare finiture e tecniche che si stanno perdendo nel tempo e sfuggono a gran parte dei verniciatori e carrozzieri, ad esempio sono in grado di riprodurre fedelmente i colori trasparenti, come ad esempio i verde Legnano, o eseguire filettature a mano a pennello, infine grazie alla notevole competenza in materia di biciclette sono in grado di raggiungere ottimi livelli di fedeltà in gran parte dei colori ufficiali delle marche di un tempo, verniciando in maniera accurata badando a mantenere al minimo lo spessore della vernice evitando così il famoso effetto "gommoso".

Massimo mi informa delle modalità con cui opera:
"Con le biciclette eseguo anche solo la verniciatura, se il cliente mi porta il telaio sverniciato, controllo solo che tutto sia a posto, quindi dò il fondo, carteggio e vernicio..."

"...se invece il cliente mi porta la bici montata faccio tutto io, se sorgono problemi ho un meccanico di fiducia con molta esperienza a cui mi rivolgo, (dove faccio anche montare le ruote). Se necessario faccio un trattamento anticorrosivo fosfatante, riparo ammaccature dei parafanghi e del carter, raddrizzo telai e forcelle (se non troppo deformati), purtroppo non mi occupo delle cromature perché in zona non c'è nessuno in questo settore."

Le foto in questo articolo ritraggono alcuni lavori di verniciatura e filettatura eseguiti da Massimo.

Per informazioni e contatti è possibile consultare il sito internet:


F.lli Roncalli s.n.c.
via Candelo, 32
13900 Biella (BI)
tel. e fax 015 8493810
e-mail: f.llironcalli@gmail.com









martedì 18 settembre 2012

Maino 1923

Da Luca arrivano le foto di questa Maino da corsa del 1923.
Stando ai cataloghi dell'epoca potrebbe trattarsi del modello 1H, ma stranamente questo esemplare porta ancora la guarnitura vecchio tipo riservata ai modelli di gamma più bassa, inoltre anche il forcellino posteriore pare assolutamente obsoleto per una bici da corsa, seppur di fascia bassa, degli anni 20, mentre sarebbe piu adatto ad una bici da turismo dell'epoca.
Che si tratta forse di un modello da passeggio convertito successivamente in corsa ?
In effetti anche l'assenza di mozzo posteriore giro-ruota farebbe pensare a questa ipotesi. Voi che ne pensate?










mercoledì 12 settembre 2012

Raduno Centallo - Il Programma

Faust la Gerbi del Sud

Chi è pratico di siti di e-commerce conoscerà benissimo questa bici... dopo un lungo peregrinare in giro per il web prima o poi questa Faust doveva capitare sul blog! 
La Faust era la marca con cui la ditta Mariano Esposito di Napoli commercializzava le proprie biciclette. Nel corso degli anni di bici Faust ne ho viste parecchie, molte delle quali decisamente antiche, sintomo che questa marca era molto attiva sul mercato del meridione, uno dei rari casi di grande industria velocipedistica meridionale.
Questa bicicletta da corsa fine anni 20 è un esempio della bontà di lavorazione di una ditta che seppur non blasonata sicuramente copriva gran parte del territorio napoletano.
Lo stile è innegabilmente sulla falsa riga della Gerbi... a partire dal nome Faust, che riprende l'alone mefistofelico del ben noto Diavolo Rosso Giovanni Gerbi, anche la guarnitura è ispirata a quella delle Gerbi del tempo, stesso disegno, cambia solo la scritta Faust al posto di quella Gerbi!
Per il resto la bici si presenta in ottime condizioni, e con tutte le caratteristiche delle bici del periodo: oliatore della catena, freni a fascetta, manubrio con pipa solidale e mozzo giroruota, la chicca finale per questa Gerbi del Sud i cerchi e i parafanghi in legno!